26/05/13

Recensione di Incarceron di Catherine Fisher

Trama: Incarceron è una prigione avvenieristica e invisibile, dove i discendenti dei prigionieri originari vivono in un mondo oscuro scosso da rivalità e violenze. È un incrocio di inquietanti tecnologie, un edificio vivente, un Grande Fratello vendicativo e sempre in guardia, corredato di camere di tortura, sotterranei e passaggi segreti. In questo luogo un giovane prigioniero, Finn, ha delle visioni della sua vita precedente e non riesce a convincersi di essere nato e cresciuto lì. Nel mondo esterno Claudia, figlia del direttore di Incarceron, è intrappolata in un altro tipo di prigione ­ un universo tecnologico ma costruito con meticolosa cura affinché appaia come un'epoca antica ­ dove la attende un matrimonio combinato con un ricco playboy che lei odia. Ma arriverà un momento in cui Claudia e Finn, contemporaneamente, troveranno un oggetto, una chiave di cristallo, attraverso la quale potranno parlarsi. E allora sarà solo questione di tempo prima che i due mondi, finora separati dagli spessi muri di Incarceron, entrino in contatto...

Sono assolutamente, conquistata, stregata, rapita. 

Avevo iniziato il libro non senza qualche timore. Le recensioni lette facevano sperare piuttosto male. Alcune "ni, altre negativissime. Poche le positive. E la mia può rientrare tra esse.

Il primo personaggio che incontriamo è Finn, uno dei tanti prigionieri di Incarceron.
Incarceron è la prigione avveniristica che fu creata secoli orsono da un mondo che non sapeva più come gestire criminali e risorse ormai insufficienti. Così delinquenti, assassini, anche innocenti condannati furono mandati in questa prigione con l'intento di correggerli, istruirli e creare un mondo nuovo, guidato da una popolazione nuova e dai loro Sapienti, saggi che decisero di murarsi li.
Incarceron è mistero puro. E' un recinto, un padre amorevole coi suoi detenuti nelle intenzioni primordiali. Non si sa dove si entri. SI sa solo che si entra ma non si esce, che si può solo cercare di sopravvivere in questo luogo che è stato un fallimento ed è terreno di scontri, lotte, povertà, fame e malattie. La prigione poi non spreca nulla. Ogni morto, ogni perdita, ogni oggetto verrà riutilizzato.
Qui vive Finn, un nato in cella convinto di venire dal mondo di fuori, che ripugna la teoria di essere uno Starseer, un visionario partorito da Incarceron come  crede il saggio della sua gente, quella dove si è trovato a vivere da 3 anni a questa parte senza ricordo alcuno. Vive tra gli Scum , col fratello giurato Keiro, cercando ogni giorno di portare la pellaccia sino al giaciglio senza incappare in una delle sue crisi da visionario.
Dall'altra parte invece c'è Claudia, figlia del guardiano di Incarceron che da anni progetta il matrimonio di lei col figlio della regina. Claudia è assolutamente contraria e vuole fare di tutto per opporsi, anche se sa di essere una pedina cresciuta per questo scopo. Un giorno, con astuzia, riesce ad ottenere la presunta chiave di Incarceron. Sarà per caso che anche FInn dall'altra parte ne entri in possesso, iniziando a parlare l'un l'altro.
L'obiettivo chiaro ai due giovani e portare in salvo Finn, secondo Claudia veramente venuto da fuori e molto importante.

La storia mi è piaciuta molto. Criptica, contorta ed oscura.
In contrapposizione cè Incarceron, luogo (ed entità) lugubre, terribile e crudele dove si lotta anche solo per respirare e il nostro mondo, bloccato al tardo XVII secolo, in cui tutti devono seguire il Protocollo, ovvero vivere esattamente come si usava nel passato. VI è il divieto del tempo, della scoperta, della libertà. 
Entrambi ambienti asfittici e duri. Nella prigione si lotterà per la vita. Ma nel nostro mondo mica va meglio. Per quanto riguarda la corte si vive nel complotto, nelle trame, nei giochi di potere. Appena fuori dal regno, nelle casette di campagna non è molto diverso. C'è meno controllo ma guai farsi sorprendere ad infrangere il Protocollo, magari con attrezzi troppo moderni. Esclusi quelli di sicurezza e minimamente visibili.
Francamente mi inquieta di più la prigione. Li vige la legge del taglione, dell'imbroglio. Si lotta per un pezzo di pane, si parla di tradimenti, rapimenti ed imboscate. L'unica regola è non innerosire Incarceron che subito arriva a distruggere le sommosse troppo violente ed eliminare le tracce per riutilizzarle subito. Li tutto è oscuro, artificiale. Nulla è naturale o vero, c'è solo ferro e quanto di più obsoleto. Ed occhi. Occhi rossi, migliaia che spiano i detenuti. Nulla è segreto per la prigione.

I personaggi di cui veniamo a conoscenza sono caratterizzati molto bene anche se forse stereotipati. 
Finn è buono, ma semplicemente non sa chi sia. E' confuso, preda degli attacchi delle visioni. Claudia, all'apparenza arrogante ed egoista, è in realtà una ragazza come tante con sogni ed aspirazioni.
Anche i personaggi secondari come Keiro, fratello giurato di Finn, ed Attia, serva del capo degli Scum che avrò un ruolo più avanti. Mi intriga molto il Guardiano di Incarceron e padre di Claudia, John Arlex. Peccato averlo conosciuto poco, molto poco. E' elegante, astuto e meticoloso. Sempre un passo avanti. Come JAred, precettore di Claudia. Un uomo malaticcio ma estremamente colto, insospettabilmente coraggioso, ingegnoso oltre ogni dire e veramente legato a Claudia da profondo affetto fraterno/paterno.

Non mi sono sentita minimamente in difficoltà a sentirmi inquadrata con il Protocollo e la prigione, la sua vera essenza. E' un aspetto molto criticato da  molti perchè l'autrice narra facendoci capire man mano senza fermarsi a spiegare. Ma francamente mi è parso tutto familiare.
Mi sono goduta ogni pagina, felice dell'andamento tranquillo, delle descrizioni. Anche se in realtà la vicenda si svolge in una manciata di giorni ma è maestralmente narrata,con dedizione e cura.
Ero anche entusiasta dal sapere che le mie deduzioni si sviluppavano al momento giusto anche se il punto focale del finale lo avevo già individuato da neanche metà libro.

Mi ha un pò deluso il finale. Un pò affrettato e che rimanda insindacabilmente al seguito, Saffique, questo si di cui ho sentito parlare male. Troppo poco esplicativo e soddisfacente per chi si aspettava qualcosa in più dal sequel di Incarceron.

Una lettura consigliata a chi ama un fantasy/distopico quanto mai singolare ed intricato.

"Temo di no. Si tormentano l'un l'altra. Non esiste sistema che possa fermarlo, o luogo che possa murare fuori il male perchè gli uomini lo portano con sè, persino nei bambini. Uomini così sono al di là di ogni correzione, e il mio compito è solo di contenerli. Li tengo dentro di me. Li inghiotto tutti."

"...o forse è l'uomo che contiene in sè il seme del male?anto che persino se si trova in un paradiso perfetto creato per lui, lo avvelenerà, lentamente, con le proprie gelosie e i propri desideri? temo che forse diamo alla Prigione la colpa della nostra stessa corruzione. E non escludo me stesso, perchè anche io ho ucciso e badato solo al mio tornaconto."

Cosa ve ne pare? Lo avete già letto?

6 commenti:

  1. mamma ce l'ho nella lista da una vita..devo leggerlo assolutamente ma del sequel ancora nulla?

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    1. Non ho trovato info. Personalmente penso aspettaremo visto che non é un 'uscita di punta! Spero arrivi per l autunno

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  2. ho provato a leggerlo,ma purtroppo non sono riuscita ad andare oltre le 60 pagine,hai un bel blog, ne ho aperto uno anch'io, se ti va di passare mi farebbe piacere:
    http://libricheamore.blogspot.it/

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    1. Non ti preoccupare..capisco! Si tratta do gusti e sensazioni ...
      Grazie per i complimenti! Passo subito da te

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  3. Ancora non sono riuscita a leggerlo, mi incuriosiva, però ho sempre dato la precedenza ad altri libri. Però devo dire che la tua recensione mi ha incuriosita ancora di più.
    Spero di leggerlo al più presto. Peccato per il finale un pò frettoloso.
    Bella recensione comunque :)

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    1. Grazie mille! Mi auguro ti conquisti come ha fatto con me!

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