10/08/17

Recensione di Divorzio alla cinese di Liu Zhenyun

Trama: Li Xuelian, sposata con Qin Yuhe, è incinta del loro secondo figlio. Una buona notizia? Non in Cina, dove la legge del figlio unico li renderebbe due criminali. Non c'è altra scelta che divorziare prima della nascita del bambino. "Appena il bambino sarà registrato all'Anagrafe, ci risposeremo. Non c'è nessuna legge che vieta a una coppia con un figlio ciascuno di sposarsi." Tutto perfetto, tutto calcolato, se non fosse che dopo il divorzio Qin sposa un'altra donna che aspetta un altro figlio. Folle di rabbia Li corre da un giudice per spiegare come stanno davvero le cose, ma è solo l'inizio di un'aspra battaglia contro l'intero partito e le sue dinamiche. Una commedia assurda e divertente, ma anche un duro atto d'accusa contro la legge del figlio unico e una critica frontale al sistema corrotto della Cina. "Divorzio alla cinese" è un romanzo satirico, tagliente e ironico.

Non è necessario sapere che il mondo orientale è lontano dai nostri usi e costumi. Ognuno di quei paesi ha peculiarità proprie, nonostante venga spontaneo pensare che una grande omogeneità culturale sia la norma.

Da poco tempo in Cina è consentito avere due figli, almeno secondo alcuni articoli di cui ho letto, ma per il controllo della popolazione non è sano crescere troppo, almeno nell'affollato territorio cinese.
Questione assolutamente legittima anche se per nulla celebre. In Europa non ci sono abbastanza giovani, ma troppe persone sono malevole per il pianeta e per un territorio se lì c'è una concentrazione abnorme di abitanti. Insomma un bel rompicapo!

La Cina ha preso seriamente questo divieto. Chi si trovava in condizione di avere più di un figlio passava guai davvero grossi.
Ma qualcuno, come la protagonista Li Xuelian, trova l'escamotage. Divorziare all'inizio della gravidanza e risposarsi successivamente. Così si elude la legge. Ma questo è anche l'inizio di una storia tragicomica.... Infatti suo marito si è risposato, ma non con lei, ed aspetta un altro figlio!
La nostra cinesina però inizia una dura lotta contro il marito a costo di passare guai purchè il torto venga riconosciuto presso le autorità.
E qui inizia il bello perchè ogni persona che incontra se ne lava le mani e le conseguenze saranno tra l'esilerante ed il tragico.

In questo romanzo si vuole parlare di molte questioni. Il figlio unico in primis perchè chi trasgrediva veniva punito seriamente ed era compromesso, dando prova di eccessivo rigore. Questa pratica ha causato molti problemi collaterali come ad esempio l'uccisione/abbandono di neonate in una cultura dove il figlio maschio è importantissimo (ne parla molto la giornalista e scrittrice Xinran). Oppure il ricorso a sotterfugi come i divorzi finti o altri più fantasiosi.
Ma si vuole anche denunciare la corruzione del governo e dei funzionari.
Apparentemente i soggetti con cui la Xiuelan entra in contatto sono persone perbene che fanno il loro lavoro e trattano le questioni nel modo più razionale possibile. La protagonista figura come una piantagrane e non dò loro torto perchè è antipatica, ostinata, insistente e cocciuta. Ma in realtà viene fuori che tutti sono disposti a molti patti pur di rimanere nella propria posizione e non diciamo cosa farebbero per avanzare di posto. Le raccomandazioni sono un male planetario ed anche qui è pieno di dirigenti pronti a favorire altri in cambio di favori (ed il panorama è vasto perchè c'è chi vuole favori, chi aiuti, chi oggetti materiali...) oppure persone pronte a tutto pur di carriera e notorietà.

E' comunque un romanzo piuttosto strano perchè più che una commedia sembra una tragicomica, il Pirandello cinese. Solo che l'ho trovato meno divertente.
Anzi, la protagonista appunto è irritantissima, per non parlare di quell'insulso dell'ex-marito che è spocchioso, arrogante e persino più ostinato di lei, incapace di ammettere le sue colpe.
Si fa comunque leggere a velocità supersonica, ovviamente occorre prendere mano con i nomi cinesi, i modi di pensare ed altri aspetti tipicamente orientali a meno che non si conoscano già un pò.
E' un modo di conoscere meglio questa distante cultura.
Ho trovato libri di miglior gusto, forse perchè rientrano meglio nei miei concetti di piacevolezza.
Questo comunque resta un ritratto semiserio, ma anche essenziale e pragmatico della realtà cinese.

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