30/05/13

Recensione di Ogni giorno di David Levithan

Trama: Da quando è nato, A si risveglia ogni giorno in un corpo diverso. Per ventiquattr'ore abita il corpo di un suo coetaneo, che poi è costretto ad abbandonare quando il giorno finisce. Affezionarsi alle esistenze che sfiora è un lusso che non può permettersi, influenzarle un peccato di cui non vuole macchiarsi. Quando però conosce Rhiannon: chiudere, gli occhi e riprendere il cammino da nomade è impossibile: per la prima volta innamorato, A cerca di stabilire un contatto, di spiegare la sua maledizione, fino a convincere Rhiannon che è tutto vero, che quello che ogni giorno si presenta da lei è la stessa persona, anche se in un corpo diverso. Rhiannon s'innamora a sua volta dell'anima di A, ma dimenticare il suo involucro è difficile, e pian piano la relazione con i mille volti di A si fa più delicata di un vetro sottile. Nel disperato tentativo di non perderla, A tradisce le sue regole, inizia a lasciare nelle esistenze quotidiane tracce e strascichi del suo passaggio, e qualcuno se ne accorge... 

 Ed ecco che mi ritrovo a recensire il chiacchieratissimo e recentissimo" Ogni giorno" di David Levithan. Un punto a suo favore, per quanto sia una pignoleria, è l'aver lasciato intatto il titolo che in inglese è, appunto, Every Day. Al luogo di tante trasposizioni che colpiscono ogni genere di produzione estera. Da piccola ricordo "un incantesimo dischiuso tra i petali del tempo per Rina" che sta per  "Slayers" oppure "Una porta socchiusa ai confini del sole" per Rayearth. Insomma, uguale no?

Divagazioni a parte, vorrei cominciare dalla domanda posta in copertina. Se ho mai sognato di essere un'altra persona? Ardentemente, con tutta l'anima. Adesso molto meno. Un pò sono cresciuta ed un pò perchè ho un figlio. Metto da parte me e sono più concreta, meno avventata (anche se mai lo sono stata molto), cerco di migliorare per mio figlio. A lui serve una madre non una donna pentita e piena di desideri irrealizzabili. QUindi il voler essere un'altra l'ho archiviato o ridimensionato. Però qualche anno fa era la mia fissazione, soprattutto a 13-14 anni. Andavo a dormire sognando di svegliarmi senza kg in più, perfetta, o di poter tagliare con un coltello affilatissimo quanto c'era di troppo e non patirne conseguenze, come liberarsi da una seconda pelle. E non avevo mai smesso di desiderare di essere più sveglia, più furba, dannatamente crudele e feroce con chi mi feriva, più intelligente, maggiormente capace di incastrare gli impegni, più amata, più impegnata nella società, sempre cercata, più corteggiata. Rincorrevo la perfezione.
Quindi il romanzo di A porta in auge questo mio periodo nero. Che non è finito. E' cambiato semplicemente in altro e si riduce solo in particolari periodi come sentirsi umiliata a lavoro o giù di li. Insomma le fisime che mi affligevano da piccola trasmutate in altro.
Ma torniamo al romanzo (A dià, daie!!!!!! Smettila di uscire fuori tema!) (Ehm, scusate..il mio io interiore!)...
La risposta, alla fine della lettura di "Ogni giorno" è no. Credo la penserete come me alla fine del romanzo, almeno in linea di massima.
A è il nome del protagonista.
Non sappiamo se sia una persona, un'anima, un'entità. Ci è dato sapere solo che ogni giorno si sveglia in un corpo diverso, accede ai suoi ricordi per arrivare a fine giornata e non fare passi falsi nelle vite altrui e poi, al momento di dormire, passa in un altro corpo. E così da che è nato. O meglio..da che esiste. Ed i suoi ospitanti hanno sempre la stessa età. Per cui si evince che A abbia 16 anni.
La sua priorità è non cambiare nessun dettaglio della vita che trova perchè non è la sua e non vuole lasciare tracce anche se di per sè è inutile. Mai ha incontrato altri come lui. E non ha modo di sapere cosa resta ai suoi ospiti del giorno vacante.
Finchè un giorno si risveglia nel corpo di Justin e conosce la sua ragazza, Rihannon, che ha la sfortuna di stare con un ragazzo simile che la trascura e ridicolizza, ammazzandone l'autostima. Per A invece lei è, non sa ne come ne perchè ma la sente per se, affine. Lei tra milioni di anime.
E li cerca di entrare in contatto con lei, anche cambiando corpi,  travolgendone la routine e lei alla fine gli crede e lo inizia a frequentare. Vuole capire ma non riesce a lasciarsi andare.
Peccato che inizi la caccia ad A o ad altri presunti come lui.
Un ragazzo di nome Nathan si ricorda che qualcosa non andava e il suo racconto finisce online dove iniziano a spuntare molte testimonianze, credibili o fasulle, di persone che vantano esperienze simili a quelle di Nathan e che mettono in allarme A.
Nulla di grave, apparentemente. Come si può acciuffare chi di giorno in giorno vola da un corpo all'altro?

Però la storia di A è tristissima. Ogni giorno cambia corpo, non può costruirsi una routine ne avere famiglia. Per lui non esistono i litigi con amici e parenti, le gioie della famiglia o delle trasgressioni tra compagni, non ci sono le prime esperienze amorose, le battaglie, gli ideali. Certo, può accedere ai ricordi degli ospitanti ma non alle emozioni che , comunque, non sarebbero le sue.
Adesso A si è assuefatto ad avere una non-vita. Insomma ...da che si esiste, una vita come la sua lascia poche scelte. O ci si fa il callo o si impazzisce.
Poi arriva Rihannon e gli scombina le carte in tavola. Adesso A desidera, vuole una vita e l'amore della ragazza. Non pretende  nulla di meno e si mette all'opera pur sapendo che sarà difficile. Dal canto di Rihannon è più difficile accettare i cambiamenti ma non si può dire che non si metta in gioco. Non è da tutti credere alla storia di A. Quanti si ssarebbero alzati a gli avrebbero detto di andare al diavolo e di farsi meno canne? E quando si desidera qualcosa è inevitabile soffrire molto e lottare altrettanto, sempre insicuri del risultato finale. Soprattutto se non si può avere nulla. E se si conosce quel che si potrebbe perdere, il pericolo della delusione come la delusione stessa sono letali.
Il tutto unito alla presunta speranza di altri come lui. 

Per una risposta definitiva io non vorrei essere A perchè credo che non sarei in grado di sopportare ogni giorno un corpo diverso una storia diversa. Un giorno potrei essere una splendida ragazza, l'altro un cervellone, l'altro un criminale...Ed A non ha sempre fortuna. Può capitare in una famiglia di pazzi degenerati (non sapevo se ridere o piangere) come quella del ragazzo che studia con la madre e mette in guardia i figli dai "peccati della carne" e che non permette di baciare "una sgualdrinella qualunque" e che insegna a casa perchè "ALLE MATERNE" c'è stato un diverbio sui metodi educativi. Ho pensato : "l'inquisizione è qui!!!". Oppure la suicida, l'obeso, l'adolescente acida...Le famiglie più o meno sclerate. Gente normale per cui...Ben poca!!!
Insomma, leggendo di certe situazioni mi viene la pelle d'oca. Immagino siano inventate, ma sicuramente tratte dalla vita reale. Sono conscia che esista di peggio (qualcosa l'ho anche vista; quel che non ho visto è l'orrore delle guerre quanto mai attuale in alcune zone del mondo) però....Ecco...Rimango un tantino allibita. Ma veramente siamo in grado di cadere così in basso? Di rovincarci tanto? Di essere anche tanto superficiali? RIngraziamo che Levithan non ci ha regalato un A da camicia di forza!!! A vivere così come minimo si diventa psicolabili!

Una lettura veramente atipica, ma intensa fresca e piacevole. Una piccola creatura da trattare con cura e da assaporare con calma, capace di sfiorare nervi che nemmeno pensiamo di avere, ricordi perduti che tornano a galla, riflessioni che nascono naturalmente.
Non pensavo di apprezzare tanto questo romanzo che è approdato sul mio comodino dalla premura del mio compagno che ama farmi qualche premura ogni tanto.
Io, i miei A e Rihannon, li rivedo poeticamente in Amore e Psiche di Canova...Dolci, eterei, eterni. L'analogia tra le due opere magari non esiste nemmeno ma il loro sentimento, soprattutto le emozioni di A, mi hanno fatto saltare in mente questa scultura piena di passione capace di smuovere il mio animo ogni volta che la vedo.
Scusate il dilungarmi, ma non ho potuto farne a meno!

29/05/13

W...w...w...Wednesdays #33


Buongiorno cari lettori,

speravo di fare in tempo a scrivere la recensione di Ogni giorno per sostituire il teaser Tuesday di ieri e invece....Nemmeno oggi!!!!
MA vi lascio alla mia settimana ^^

Ho letto






Sto leggendo...


Ah, la mia adorata Troisi!

Leggerò...

Insomma...Lo presi tempo fa dopo un'attesa lunga almeno un anno...Quando il finale del precedente romanzo mi aveva annientata!!! Spero sia un'attesa non vana e che ne valga la pena!

E voi? Cosa leggerete?
A parte "Ogni giorno i libri che propongo io sono un pò datati, ma era ora che li leggessi!!!
Buona continuazione :)

27/05/13

Intervista ad Ilaria Goffredo - Le interviste #2

Buon inizio settimana a tutti!!!!
Questa che vi presento è une delle prime interviste indipendenti che faccio ,dopo quella per la Book Blogger Hunt qui. Mi piacerebbe organizzarne spesso e fattispecie ad autori italiani o, se possibile, a quelli delle mie opere preferite. Sempre che non si tratti di chimere ;-)
La protagonista di questa puntata è Ilaria Goffredo di cui ho letto Tregua nell'ambra,  la recensione potete trovarla qui . Mentre più dettagli e per il download del libro sul blog dedicato all'opera Tregua nell'Ambra o sul blog dell'autrice cliccando qui. Ma non perdiamo tempo e passiamo alle domande....

Ciao Cara Ilaria,

innanzitutto ti ringrazio veramente tanto per la splendida lettura che mi hai permesso di fare. E' un vero peccato che la tua opera sia così poco diffusa. Meriterebbe di troneggiare in libreria e nei vari dispositivi di vendita online!

E ora partiamo con le domande:

1. Tregua nell'ambra è il tuo primo romanzo o ci sono altre idee in bozza?
Oltre a Tregua nell’ambra ho pubblicato altri quattro romanzi e un racconto che hanno come tema centrale l’Africa, una passione nata durante un’esperienza di volontariato in Kenya. Ho poi altri due romanzi autoconclusivi e inediti, uno ancora ambientato in Africa e l’altro che racconta la storia di una ragazza alle prese con la depressione.
wow, veramente interessante!!! E quanti libri...Sai che certi scrittori dopo un libro si arenano?Soprattutto dopo il primo best seller, magari! Devo dire che vista la piacevole sorpresa, potrei leggere anche quello ambientato in Africa, altro tema che mi appassiona fino ad un certo punto.

2. Come è nata l'idea? Vedo che è costata vari mesi di documentazione e lavoro...
Sono da sempre appassionata di storia, soprattutto quella del primo Novecento; un altro grande amore è quello per la mia terra, la Puglia. Dunque ho deciso di unire queste due passioni in un libro, raccontando la vita durante il fascismo vista dagli occhi di una ragazza che diventa donna. La documentazione è stata senz’altro la parte più complessa e lunga del lavoro, giacché solo per quella ha impiegato parecchi mesi di ricerche e organizzazione degli appunti. Tuttavia è stato interessante e avvincente andare alla scoperta del passato, risalire ai nomi reali dei personaggi di spicco della zona nonché studiare i comportamenti e le usanze di quel periodo storico. La stesura dell’intero romanzo invece ha richiesto all’incirca due mesi.
Immagino la sorpresa e le emozioni nel leggere la storia che è accaduta direttamente nel tuo suolo natio...Ti troveresti bene col mio compagno, appassionato di storia. Io col 900 non ho un gran rapporto. Ma devo rimediare almeno nei punti salienti..E devo dire che il tuo romanzo affronta spunti interessanti.

3. Poichè mi piange il cuore... Tregua nell'ambra è destinato a rimanere volume unico? Alcune lettrici muoiono di crepacuore! Anche se mi rendo conto che la tua è la descrizione realistica della vita all'epoca...
Ti svelo un piccolo segreto: Tregua nell’ambra ha un lungo seguito, si tratta infatti di una saga. Nel sequel ho approfondito le figure di Alec e Russell, seguendoli fino al fronte sulla linea Gustav; Francesco Basile torna per rivendicare i suoi diritti; fanno il loro ingresso due personaggi davvero molto importanti per la storia ossia Lavinia, una coraggiosa infermiera della Croce Rossa, ed Enea, uno stravagante artista. Di Elisa invece non vi racconto nulla... perché le vicende diventano davvero complicate. Spero di avervi incuriositi abbastanza! Dopo di questo ho intenzione di scrivere invece un prequel che racconta la storia dei genitori di Alec durante la prima guerra mondiale.
Mi fai veramente felice. Sono in trepidante attesa del seguito...Che spero di leggere prima possibile! Veramente all'ultima pagina ho pensato: "no, no! Non è l'ultima! Ho danneggiato il file!" Vaneggiamenti da lettore sfegatato ;-)

4. Chi è Ilaria nella vita?
Martina Franca
Sono una persona piuttosto introversa e riservata, amo la solitudine anche se ho due bambini piccoli che mi riempiono le giornate. Per questo sono un po’ nottambula: scrivo e leggo nella calma delle ore notturne. Amo l’Africa, come già accennato prima, e ho una laurea di educatrice che per il momento sto “utilizzando” solo con i miei figli.
Wow ! Un'altra scrittrice giovane con prole al seguito...Non sono una scrittrice ma trovare mamme con meno di 35 anni è duretta..Credevo di essere una delle poche! Anche se tutto il mondo è paese...Bisogna usare ogni singolo attimo libero e soprattutto l'ora della nanna per sperare di fare qualcosa..Dai doveri alle nostre passioni!

5. Qualche sogno nel cassetto?
Vedere Tregua nell’ambra in libreria.
Chissà che la tua battaglia dia i suoi frutti..CI sono molti emergenti che fanno come te o quasi...Vedi Francesca Verginella su Smashwords...

6. Nel tuo libro conosciamo la vita nel regime. Una vita che alcuni di noi si sono sentiti raccontare dai propri nonni. Per te si era più felici allora con tutte le privazioni o oggi, nell'era della falsa felicità e libertà?
La questione è, a parer mio, assai complicata. La vita prima era senz’altro più difficile vista la penuria di comodità, ma anche più genuina, più vera, più “sudata” dunque più intensa. Forse c’era più il senso della famiglia, il rispetto per gli anziani che oggi manca quasi del tutto. E poi forse, ciò che la tecnologia oggi ci ha regalato in termini di migliore qualità della vita l’ha invece sottratto alle relazioni sociali che ne pagano le conseguenze. Mi spiego meglio: quando non c’era il telefono né internet e non si poteva uscire la sera, i sentimenti erano più immediati, più diretti forse proprio perché soffocati dalle consuetudini sociali. Oggi invece alle volte mi sembra che piaccia un po’ a tutti prendersi in giro e basta. Ho
sentito spesso i miei nonni dire che c’erano pochissimi beni materiali eppure loro erano felici, insieme.
Anche io la penso come te. C'era meno ma si viveva in maniera più autentica. Più semplice, ma più vera e con molte meno complicanze... Oggi se non si ha tutto non ci si sente felici, per poi stufarsi subito e prendersela per delle idiozie.
 
7. Sei legata a qualche personaggio? Perchè?
Campo di lavoro di Alberobello
Sicuramente a Elisa. Lei, oltre a essere la protagonista, è il “mezzo” attraverso il quale mi sono immersa nel passato. È stato attraverso i suoi occhi che ho cercato di vedere e vivere un’epoca così lontana eppure così triste. E poi tra i miei “preferiti” c’è Antonio: lui incarna i valori che animavano tanti giovani e li inducevano a ribellarsi, a combattere le ingiustizie con i pochi mezzi a disposizione. Credo che oggi noi non riusciremmo a fare lo stesso. Tengo anche ad Alec che forse in questo primo volume appare un po’ troppo perfetto, ma che nel seguito invece rivelerà tutti i suoi difetti, le sue angosce, le sue debolezze. Ma anche Russell, irriverente e a suo modo simpatico... insomma, penso di amarli tutti in fin dei conti. E come potrebbe non essere così?
Mi preoccupi...Ti prego non demolirmi troppo Alec! Per il resto i tuoi personaggi sono molto ben caratterizzati e anche i meno simpatici sono molto molto umani e veri.

8. Le zone nominate sono quelle della tua infanzia? Leggo che sei pugliese doc!
Certo, vivo a Martina Franca da sempre. È una cittadina bellissima e ricca d’arte. Conosco benissimo il centro storico, gli stessi vicoli percorsi da Elisa, dove ho giocato tante volte da piccola e dove anche oggi amo passeggiare. Sono stata poi tantissime volte ad Alberobello: quando ho scoperto che, a soli sedici chilometri da casa mia, c’era stato un campo di lavoro fascista la cosa mi ha profondamente scossa, non potevo dunque non parlarne nel libro. Anche Bari è una città stupenda ed è stato affascinante vederla attraverso gli occhi di Elisa com’era all’epoca. Nel libro ho voluto rendere omaggio al Teatro Petruzzelli nonché ricordare a tutti ciò che accadde il 2 dicembre del ’43 al porto ossia il secondo più grande bombardamento dopo Pearl Harbor. Eppure quasi nessuno ne parla: hanno cercato di insabbiare la vicenda giacché quella sera saltarono in aria navi alleate contenenti bombe all’iprite bandite dalla prima guerra mondiale.
Sai mi hai fatto venire voglia di un tour pugliese! Sarebbe l'occasione di visitare un'amica di vecchia data e di visitare i luoghi di "Tregua nell'Ambra"..Oltre che di bere un caffè assieme e discutere del tuo romanzo e di altri argomenti!

9. Che ne pensi del mio consiglio sul “dizionario puglese ed inglese”? Magari come appendice per gli ignoranti di una o dell'altra espressione linguistica!
Sì, hai ragione, è senz’altro utile. Magari farò aggiungere le traduzioni nella versione stampata che spero arriverà presto.
Chissà che sia veramente così!! Me lo auguro veramente! Leggevo sul tuo blog parecchi download in pochi giorni. E' incoraggiante..Contando che ormai sempre più gli editori si affidano al web. E una copia di Tregua nell'ambra sicuramente avrebbe un suo posto nella mia affollata libreria.


Ti ringrazio (ops, Elisa mi hai contagiata!!!!) per il tempo e l'attenzione che ci hai dedicato e ti auguro di poter far conoscere la tua fantastica penna con questa e mille altre opere!!!

26/05/13

Recensione di Incarceron di Catherine Fisher

Trama: Incarceron è una prigione avvenieristica e invisibile, dove i discendenti dei prigionieri originari vivono in un mondo oscuro scosso da rivalità e violenze. È un incrocio di inquietanti tecnologie, un edificio vivente, un Grande Fratello vendicativo e sempre in guardia, corredato di camere di tortura, sotterranei e passaggi segreti. In questo luogo un giovane prigioniero, Finn, ha delle visioni della sua vita precedente e non riesce a convincersi di essere nato e cresciuto lì. Nel mondo esterno Claudia, figlia del direttore di Incarceron, è intrappolata in un altro tipo di prigione ­ un universo tecnologico ma costruito con meticolosa cura affinché appaia come un'epoca antica ­ dove la attende un matrimonio combinato con un ricco playboy che lei odia. Ma arriverà un momento in cui Claudia e Finn, contemporaneamente, troveranno un oggetto, una chiave di cristallo, attraverso la quale potranno parlarsi. E allora sarà solo questione di tempo prima che i due mondi, finora separati dagli spessi muri di Incarceron, entrino in contatto...

Sono assolutamente, conquistata, stregata, rapita. 

Avevo iniziato il libro non senza qualche timore. Le recensioni lette facevano sperare piuttosto male. Alcune "ni, altre negativissime. Poche le positive. E la mia può rientrare tra esse.

Il primo personaggio che incontriamo è Finn, uno dei tanti prigionieri di Incarceron.
Incarceron è la prigione avveniristica che fu creata secoli orsono da un mondo che non sapeva più come gestire criminali e risorse ormai insufficienti. Così delinquenti, assassini, anche innocenti condannati furono mandati in questa prigione con l'intento di correggerli, istruirli e creare un mondo nuovo, guidato da una popolazione nuova e dai loro Sapienti, saggi che decisero di murarsi li.
Incarceron è mistero puro. E' un recinto, un padre amorevole coi suoi detenuti nelle intenzioni primordiali. Non si sa dove si entri. SI sa solo che si entra ma non si esce, che si può solo cercare di sopravvivere in questo luogo che è stato un fallimento ed è terreno di scontri, lotte, povertà, fame e malattie. La prigione poi non spreca nulla. Ogni morto, ogni perdita, ogni oggetto verrà riutilizzato.
Qui vive Finn, un nato in cella convinto di venire dal mondo di fuori, che ripugna la teoria di essere uno Starseer, un visionario partorito da Incarceron come  crede il saggio della sua gente, quella dove si è trovato a vivere da 3 anni a questa parte senza ricordo alcuno. Vive tra gli Scum , col fratello giurato Keiro, cercando ogni giorno di portare la pellaccia sino al giaciglio senza incappare in una delle sue crisi da visionario.
Dall'altra parte invece c'è Claudia, figlia del guardiano di Incarceron che da anni progetta il matrimonio di lei col figlio della regina. Claudia è assolutamente contraria e vuole fare di tutto per opporsi, anche se sa di essere una pedina cresciuta per questo scopo. Un giorno, con astuzia, riesce ad ottenere la presunta chiave di Incarceron. Sarà per caso che anche FInn dall'altra parte ne entri in possesso, iniziando a parlare l'un l'altro.
L'obiettivo chiaro ai due giovani e portare in salvo Finn, secondo Claudia veramente venuto da fuori e molto importante.

La storia mi è piaciuta molto. Criptica, contorta ed oscura.
In contrapposizione cè Incarceron, luogo (ed entità) lugubre, terribile e crudele dove si lotta anche solo per respirare e il nostro mondo, bloccato al tardo XVII secolo, in cui tutti devono seguire il Protocollo, ovvero vivere esattamente come si usava nel passato. VI è il divieto del tempo, della scoperta, della libertà. 
Entrambi ambienti asfittici e duri. Nella prigione si lotterà per la vita. Ma nel nostro mondo mica va meglio. Per quanto riguarda la corte si vive nel complotto, nelle trame, nei giochi di potere. Appena fuori dal regno, nelle casette di campagna non è molto diverso. C'è meno controllo ma guai farsi sorprendere ad infrangere il Protocollo, magari con attrezzi troppo moderni. Esclusi quelli di sicurezza e minimamente visibili.
Francamente mi inquieta di più la prigione. Li vige la legge del taglione, dell'imbroglio. Si lotta per un pezzo di pane, si parla di tradimenti, rapimenti ed imboscate. L'unica regola è non innerosire Incarceron che subito arriva a distruggere le sommosse troppo violente ed eliminare le tracce per riutilizzarle subito. Li tutto è oscuro, artificiale. Nulla è naturale o vero, c'è solo ferro e quanto di più obsoleto. Ed occhi. Occhi rossi, migliaia che spiano i detenuti. Nulla è segreto per la prigione.

I personaggi di cui veniamo a conoscenza sono caratterizzati molto bene anche se forse stereotipati. 
Finn è buono, ma semplicemente non sa chi sia. E' confuso, preda degli attacchi delle visioni. Claudia, all'apparenza arrogante ed egoista, è in realtà una ragazza come tante con sogni ed aspirazioni.
Anche i personaggi secondari come Keiro, fratello giurato di Finn, ed Attia, serva del capo degli Scum che avrò un ruolo più avanti. Mi intriga molto il Guardiano di Incarceron e padre di Claudia, John Arlex. Peccato averlo conosciuto poco, molto poco. E' elegante, astuto e meticoloso. Sempre un passo avanti. Come JAred, precettore di Claudia. Un uomo malaticcio ma estremamente colto, insospettabilmente coraggioso, ingegnoso oltre ogni dire e veramente legato a Claudia da profondo affetto fraterno/paterno.

Non mi sono sentita minimamente in difficoltà a sentirmi inquadrata con il Protocollo e la prigione, la sua vera essenza. E' un aspetto molto criticato da  molti perchè l'autrice narra facendoci capire man mano senza fermarsi a spiegare. Ma francamente mi è parso tutto familiare.
Mi sono goduta ogni pagina, felice dell'andamento tranquillo, delle descrizioni. Anche se in realtà la vicenda si svolge in una manciata di giorni ma è maestralmente narrata,con dedizione e cura.
Ero anche entusiasta dal sapere che le mie deduzioni si sviluppavano al momento giusto anche se il punto focale del finale lo avevo già individuato da neanche metà libro.

Mi ha un pò deluso il finale. Un pò affrettato e che rimanda insindacabilmente al seguito, Saffique, questo si di cui ho sentito parlare male. Troppo poco esplicativo e soddisfacente per chi si aspettava qualcosa in più dal sequel di Incarceron.

Una lettura consigliata a chi ama un fantasy/distopico quanto mai singolare ed intricato.

"Temo di no. Si tormentano l'un l'altra. Non esiste sistema che possa fermarlo, o luogo che possa murare fuori il male perchè gli uomini lo portano con sè, persino nei bambini. Uomini così sono al di là di ogni correzione, e il mio compito è solo di contenerli. Li tengo dentro di me. Li inghiotto tutti."

"...o forse è l'uomo che contiene in sè il seme del male?anto che persino se si trova in un paradiso perfetto creato per lui, lo avvelenerà, lentamente, con le proprie gelosie e i propri desideri? temo che forse diamo alla Prigione la colpa della nostra stessa corruzione. E non escludo me stesso, perchè anche io ho ucciso e badato solo al mio tornaconto."

Cosa ve ne pare? Lo avete già letto?

23/05/13

Il circolo letterario #3 - Recensione di Mark Johnson e le chiavi di Allen di Giuseppe Attanzio

Buongiorno a tutti! 
Ecco il terzo appuntamento de “Il Circolo Letterario”, un piccolo spazio dedicato al nostrano e magari a quegli autori poco conosciuti sia perchè datati e non famosi sia perchè autoubblicati che hanno deciso di affidarsi a questo nuovo mondo anziché all'editoria a pagamento o proprio perchè vi si sono scontrati contro.
Ultimamente ho letto qualche romanzo italiano deludente stra sponsorizzato da editori conosciuti. E quindi doveva essere “garanzia di successo”. Peccato fosse un obbrobrio. Capita invece che i romanzi autopubblicati cadano molto dietro le quinte quando invece si può trattare tanto di perle di valore che di lavori mediocri ed entrambi dovrebbero avere la possibilità di saltare agli occhi.
Io mi auguro per lo meno, per coloro di cui parlerò, di destare interesse nel lettore e di far conoscere tali autori che non sono sotto ai riflettori. 
Trama: La vita di Mark è cambiata in una notte. Niente sarà come prima. Scoprirà intrighi, passioni, battaglie, tradimenti e il vero significato dell’amicizia e dell’amore. Da adolescente come tanti altri si trasformerà in Condottiero dotato di un immenso potere. Riuscirà a salvare il continente di Allen dalla minaccia dei Nahul? Riuscirà a scampare a una sorte avversa? 


Ho terminato questa mattina Mark Johnson e le chiavi di Allen che l'autore, Giuseppe Attanzio, mi ha gentilmente inviato!
Il volume parla di Mark, un giovane di diciassette anni che durante una sera passata a casa dei suoi nonni materni viene sbalzato in un altra dimensione quando trova una chiave misteriosa e finemente decorata e la infila in uno scrigno nello scopo di aprirlo.
E' l'inizio di un'avventura che vede l'inesperto giovane precipitare nel continente di Allen ed entrare in contatto con la massacrata città di Tuluse dove trarrà in salvo Leyla, unica superstite ed assieme si recheranno nella vicina Excelsior dove verrano poco gentilmente rapiti e condotti a Green Garden, luogo dove verranno formati per divenire Magister. Così spiega il Magister a capo di quel luogo che svela loro di essere Magi in qualità del loro possesso di quelle chiavi elaborate. Sono destinati ad un grande disegno: essere formati per combattere il male e nella fattispecie i Nahul, creature che spargono sangue e distruzione.

Il romanzo è ben strutturato e coinvolgente. Però ho trovato parecchi punti che hanno distorto la mia lettura.
Mi sembra che i fatti avvengano ad un ritmo eccessivamente rapido. D'accordo, è un fantasy però tutta questa velocità non permette di gustare il libro. Al pari di un linguaggio estremamente semplice e che a volte ha termini particolari (non li ho annotati, ma a memoria ricordo un "zampillante" riferito ad una mano) o estremamente ripetuti (forse sognerò varie notti "l'urlo belluino" che è una costante dell'ultimo terzo di libro).
Credo che questo romanzo potrebbe svilupparsi ed affermarsi veramente bene con qualche accorgimento in più.
Un susseguirsi di eventi più morbido e ragionato assieme ad un linguaggio più prolisso e particolareggiato con descrizioni adeguate. I classici fantasy sulle descrizioni rischiano di essere noiosi ma sono doverose. Al pari di uno sviluppo armonioso e incalzante nei momenti giusti.
L'idea però è fenomenale anche se non originalissima. Ma d'altronde avere idee originali al momento è veramente difficile. Bene o male tutto è già stato fatto. Si può lavorare solo su elementi sorpresa e modalità di narrazione all'effettivo. Parlando del tema principale, ovvero le chiavi e i loro proprietari caratterizzati da un potere specifico che apprenderanno ad usare è veramente intrigante. Avrei voluto saperne di più invece che avere qualche assaggio sulle lezioni, sulle origini dei Magi, la storia di Allen, gli incubi di Mark (hanno fondamento?).
Unica nota semi-seria: i nomi di Mark, di sua mamma e dei suoi nonni...Ma di origine non sono siciliani????Sarebbe stato carino inserire qualche elemento dialettale e/o nomi del posto ovvero
italiani se non proprio tipici siciliani. Come i nomi dei piatti cucinati da nonna Maggie. Passi il padre di Mark (magari sua madre si è sposata il sig. Johnson!) però i parenti italiani sarebbe stato bello saperli italiani davvero anzichè internazionalizzati!
Il mio momento preferito è stato il torneo tra Magi per vedersi assegnare un prestigioso incarico. Li mi sono veramente divertita ed appassionata! L'autore ha reso benissimo l'atmosfera e le sensazioni dei protagonisti, le prove e la crescita personale.
Fatto sta che la lettura non è stata pessima come potrebbe far credere la recensione. Anzi, l'interruzione brusca porta il lettore a chiedersi cosa succederà e se ha ben capito i fatti finali o se sta solo sognando!

A questo romanzo segue Mark Johnson e Il libro delle Verità già disponibile su Amazon.it

22/05/13

W...w...w...Wednesdays #32

Buonasera cari lettori...prima di mezzanotte vi presento le mie letture della settimana!!!

Ho letto


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Sto leggendo (veramente!)


Leggerò





E voi???? Cosa leggerete? Cosa ne pensate delle mie letture, se le avete già finite?

21/05/13

Il circolo letterario #2 - Recensione di Tregua nell'Ambra di Ilaria Goffredo


Buon pomeriggio a tutti! 
Ecco il secondo appuntamento de “Il Circolo Letterario”, un piccolo spazio dedicato al nostrano e magari a quegli autori poco conosciuti sia perchè datati e non famosi sia perchè autoubblicati che hanno deciso di affidarsi a questo nuovo mondo anziché all'editoria a pagamento o proprio perchè vi si sono scontrati contro.
Ultimamente ho letto qualche romanzo italiano deludente stra sponsorizzato da editori conosciuti. E quindi doveva essere “garanzia di successo”. Peccato fosse un obbrobrio. Capita invece che i romanzi autopubblicati cadano molto dietro le quinte quando invece si può trattare tanto di perle di valore che di lavori mediocri ed entrambi dovrebbero avere la possibilità di saltare agli occhi.
Io mi auguro per lo meno, per coloro di cui parlerò, di destare interesse nel lettore e di far conoscere tali autori che non sono sotto ai riflettori.

 Trama:
Martina Franca, Puglia, gennaio 1943.
L’Italia è entrata in guerra da tre anni e la vita della popolazione peggiora di giorno in giorno. Gli stenti gravano anche sull'esistenza della giovane Elisa, una diciottenne piegata dal terrore del fascismo e dei bombardamenti alleati, dalla fame. Un giorno Elisa conosce Alec, il figlio di una vicina di casa, un uomo misterioso e dallo strano accento; incute in lei un’adorazione che talvolta si tramuta in timore.
In un romanzo che ha il sapore di sole e calce, terra e pane nero, la vita rincorre e sfida gli orrori della dittatura e dei campi di concentramento, spera nelle attività antifasciste e incassa le perdite. Il coraggio di una ragazza che diventa donna. La tenacia di un amore in bilico sull'abisso. Il ritratto di un’Italia che non c’è più. La coscienza di ciò che siamo stati nel flusso della grande Storia.
 
 
Sob sob sob sob (dove sono i fazzolettiiiiiiiiiiiiiiii????!)!!! Ma "La sindrome di Lauren Oliver non colpisce solo gli scrittori esteri????
 
Questo sclero ha il solo scopo di farvi intendere quanto mi sia piaciuto il libro ovvero tanto. Assai raro poichè appena ci avviciniamo all'Ottocento già inizio a mostrare segni evidenti di insofferenza. Di norma sono libri troppo prolissi, con parecchi termini tecnici, linguaggio arcaico o comunque qualche elemento che li rende di difficile digestione. E anche perchè man mano ci si avvicina a periodi storici duri e assolutamente pieni di assacri senza senso, quelle pietre della storia che segnano le vergogne dell'uomo.
 Temevo qualcosa di simile anche per il libro di Ilaria, giovane pugliese doc classe 87, la cui opera è arrivata finalista in "Il mio esordio 2012" con 2600 opere concorrenti. Un traguardo non da poco. Soprattutto in un panorama che vede gli autori che si autopubblicano ampiamente osteggiati.
 
Facciamo la conoscenza di Elisa, una ragazza come tante la cui vita è stravolta dal regime fascista e tira avanti tra mille stenti assieme al padre e al fratello Antonio. La sua tranquilla esistenza smetterà di essere tale quando incontrerà Alec, figlio della sua amatissima vicina Marisa.
Questo ragazzo è diverso tanto nell'aspetto quanto nei modi rispetto ai compaesani di lei. E nasconde parecchi segreti per cui dovremmo attendere a lungo prima di venirne a parte. 
Purtroppo ai sentimenti non si può dire di no ed è un pericolo assai grande innamoraresi in un regime che sospetta anche di un mezzo sguardo. Basta poco per essere considerati colpevoli di antifascismo e per questo giustiziati o portati nei campi di lavoro.
Elisa fino a prima di conoscere Alec è una figlia attenta e rispettosa e lo sarà anche dopo. Però l'attrazione per il bel giovane e lo stesso regime le aprono gli occhi ed inizia a vedere il fascismo per ciò che veramente è: una dittatura che prostra la gente in nome di una battaglia che l'Italia non è in grado di sostenere. E la voglia di liberarsene è tanta da vedere nascere e morire continui focolai ribelli.
Per carità il fascismo è da condannare in quanto ai danni che il nostro paese subì. Ma non si può negare che nei suoi tempi migliori non abbia aiutato l'Italia rendendo forte la sua moneta, dando sussidi a famiglie numerose o come nel caso di un parente aiutando questa famiglia a darle strumenti per vivere e lavorare in un momento in cui un mancato aiuto avrebbe significato perire. Il problema è che poi sono arrivate le leggi razziali e Mussolini probabilmente si è sentito costretto ad accettare l'alleanza con Hitler che non scherzava quanto ad offensiva!!!  L'alternativa era farsi abbattere...

Con gli occhi di Elisa scopriamo come si viveva durante il fascismo, racconti non molto dissimili da quelli dei nostri nonni; ammiriamo Martina Franca e le zone che ci è concesso conoscere attraverso l'autrice nel loro splendore ma anche il peggio del peggio ovvero i campi di lavoro. Qui ci viene riportato che quelli italiani trattavano col guanto di velluto i prigionieri rispetto ai colleghi nazisti ma leggerne comunque non ne alleggerisce lo schifo. Le umiliazioni, i maltrattamenti, la fame, lo schiavismo e i lavori forzati, gli stupri....
E chi vive fuori sarà stato più libero però la fame la pativa lo stesso, anche accuse infondate o assurde che condannano a morte un destino. Le privazioni che mettevano uno contro l'altro gli stessi familiari. Questo è quel che accadeva agli sgoccilo del secondo conflitto mondiale.

E la nostra Elisa che deve soffocare un sentimento così bello per evitare accuse infondate sulla sua famiglia. La nostra protagonista che cerca di non lasciarsi andare nemmeno sapendo che lui sarebbe partito a breve ed a cui nasconde un grande segreto.

Questo è un romanzo veramente intenso è con un linguaggio quanto mai attuale ed assolutamente non noioso. E' facile farsi trasportare da Elisa, vedere il mondo coi suoi occhi. Fremere d'ingiustizia e sentimento.
Ogni tanto il testo è impreziosito da elementi dialettali pugliesi o elementi in lingua inglese. Purtroppo gli elementi in pugliese non li ho capiti neanche di striscio! Come consiglio all'autrice mi permetto di segnalare la mancanza di traduzioni sia per me che non parlo pugliese sia per chi non mastica nemmeno "Hello" in inglese. 
Per non parlare della documentazione. E' un lavoro accurato, pertinente, così verosimile da sembrare il racconto di un sopravvissuto alla guerra. Complimenti per la perizia!
Non mi aspettavo di essere colpita tanto da questo romanzo che mi ha aperto il cuore. L'unico
"difetto" (se vogliamo chiamarlo così) è il continuo "Ti ringrazio "pronunciato da Elisa. A un certo punto anche un personaggio le fa capire che è un tantino estenuante!!! Ma è un'inezia questa "lamentela", se vogliamo chiamarla così!

Per il resto andate a scaricare questo romanzo dal blog di Ilaria qui. Ne vale veramente la pena e non c'è nemmeno la scusa "costa; non posso comprarlo ora". E' gratuito. Fatela conoscere!!!

PS: questa recensione sostituisce la rubrica "Teaser Tuesday" della settimana ;-)

19/05/13

Recensione di Never Sky di Veronica Rossi

Trama: La giovane Aria vive in un’enclave protetto, una biosfera rarefatta e ipertecnologica dove malattia e invecchiamento sembrano appartenere a un lontano passato: il mondo di Reverie. Ma quando viene ingiustamente cacciata da quella società di eletti, sprofonda nel peggiore degli incubi. Si ritrova sola e terrorizzata nelle Terre della Morte, popolate dai discendenti reietti dell’umanità, che dopo la Grande Catastrofe non hanno trovato posto a Reverie. Nessuno dei suoi simili si era mai avventurato in quelle terre, che la leggenda voleva dominate dalla violenza, dalla fame e dalle epidemie. Ma l’incontro con Perry, un giovane outsider ribelle, le farà capire che quello è il mondo reale: la vita che non ha mai vissuto, le sensazioni che le erano state negate nel luogo asettico in cui era cresciuta. La diffidenza reciproca si trasformerà a poco a poco in attrazione, la forza del loro amore potrà unire i destini di Reverie e delle Terre della Morte, fondendo l’ideale con il reale. Aria scoprirà così che quei due mondi forse non sono opposti, ma complementari.


Buonasera cari lettori!!!!!
Sono morta, resuscitata, passata attraverso mille peripezie in seguito ad un'epidemia zombie unita all'avverarsi di una profezia che ha stravolto gli equilibri del mio paesino......No, scusate. Scehrzavo (prima che chiamiate il centro di igiene mentale e che mi ritrovi in camicia di forza!). Ho semplicemente avuto un periodo intenso e avvicinarmi al pc se non 3 minuti e mezzo era impensabile. Ma ora eccomi di ritorno!

Ho terminato pochissimi giorni fa Never Sky di Veronica Rossi per il Gruppo di Lettura di Denise di Reading is believing  conclusosi proprio questa settimana ( se capitate sul suo blog, fino al 24 avrete tempo per proporre le letture per il prossimo GDL, le cui votazioni inizieranno prossima settimana sulla pagina fb del blog di Denise)

Bè devo dire che sono estremamente e piacevolmente sorpresa!!!!
Quando ho iniziato la lettura ero parecchio dubbiosa...Si, sapevo che era piaciuto a tanti però all'inizio della lettura non ero per niente soddisfatta anzi!

Aria vive nelle Biosfere, città chiuse e protette dove la tecnologia è sviluppata ai massimo livelli e le persone per evadere vivono nei "Reami", pseudoluoghi fatti per passare il tempo e soddisfare curiosità. Per gli Stanziali, gli abitanti delle Biosfere, è il massimo che la vita possa offrire.
La ragazza un giorno viene ingiustamente cacciata dalla sua Biosfera e si trova a vivere nelle Fucina della Morte, ovvero il mondo fuori dalle Biosfere. Un luogo ameno, brutale e colpito dalle tempeste di Etere. Sarà qui che incontrerà Perry, un Ousider ovvero un abitante del mondo fuori che agli occhi degli Stanziali è semplicemente un Selvaggio (il modo di vivere non farebbe pensare a molto altro).
I due si trovano a stringere un patto. Perry aiuterà Aria a riparare il suo dispositivo oculare (in possesso di ogni Stanziale) per contattare sua madre e  per provare la sua innocenza e lei lo aiuterà a rintracciare suo nipote Talon, rapito dagli Stanziali.

Devo dire che per almeno metà libro Aria mi è stata veramente ma veramente antipatica. Dicono che se un personaggio ti sta  proprio antipatico, l'autore ha fatto un ottimo lavoro. Specie se si tratta dei protagonisti e se si prosegue lo stesso la lettura. Allora la Rossi ha fatto un lavoro certosino!
Non la sopportavo. Saccente e sicura che il suo modo di vivere sia il migliore e incurante che certi suoi atteggiamenti sono veramente suicidi nel mondo di fuori (ok che vivere nelle Biosfere rintrona non poco!); così attaccata a questi Reami che a me inquietano da morire. Insomma essere così dipendente da questi pseudoluoghi artificiali fa parecchio timore. Non esiste più il contatto con la realtà, senso del pericolo, solo azioni cui è sempre possibile porre rimedio.
Infatti Aria nel mondo di fuori è sottoposta ad una bella doccia fredda. Una doccia talmente fredda che la ragazza inizia a svegliarsi. Non mi piacerà mai particolarmente ma quando il suo cervello inizia a funzionare sicuramente andiamo più d'accordo!
Per contro Perry, selvaggio e rude, è dotato di cervello , intelligenza e sensibilità in una misura maggiore perfino a quanto crede lui e ci si possa aspettare da un Outsider che deve seguire istinto e necessità per sopravvivere non lasciando spazio ad altro. Lui poi  è particolarmente dotati. Alcuni Selvaggi sono Segnati ovvero hanno un Senso molto sviluppato e lui addirittura ne ha due: è un Sagace ed un Veggente ovvero ci vede benissimo specie di notte e fiuta le emozioni.
Per lui l'empatia è forte. Fugge per cercare il nipote rapito dagli Stanziali e per evitare di uccidere veramente suo fratello Vale per conquistare il titolo di Signore di Sangue e governare sulla sua tribù. la Tribu delle Maree. E si imbatte in una testa dura come Aria!!! Insomma tutte le sfighe sono sue! Come non amarlo? Tra l'altro viene descritto come un ragazzo niente male!
E dire che normalmente io amo i mondi organizzati protagoniste antipatiche ed inquadrate, condannando i rozzi e spicci!!!!
Chiaramente presto o tardi Aria e Perry nutriranno interesse l'uno per l'altro.
La trama si arricchirà poi con l'entrata in scena di Roar (amatissimo!), amico della tribù di Perry ed Auscultante (ci sente benissimo ed a km) e da Marron , capo di Delphi, fortezza moderna e roccaforte per gli Outsider in cerca di cure mediche , oltre che di Cinder, ragazzino malconcio e misterioso.
Finalmente arrivano le risposte e parecchie rivelazioni bomba.
Scopriamo che le Biosfere non sono così perfette e che ci sono parecchi interessi a mantenerle attive. Nessuno e niente è come sembra.


Never Sky coinvolge, rapisce, sballotta da una pagina all'altra. Aria ci trasporta sulle note delle sue liriche. Assistiamo praticamente in prima persona agli  eventi narrati.
Non ci sono carinerie. Se si parla di morte e lotta, quelli saranno i fatti. La vita nella "fucina della morte" è cruda, vera e faticosa come dovrebbe esserla fuori dalla Biosfere.
Il linguaggio è semplice e diretto. L'unica difficoltà è assemblare le frammentarie informazioni date all'inizio. 

In definitiva una lettura innovativa e coinvolgente; una variante originale del tema che contrappone progresso e vita vera.

Through the ever night è l'attesissimo seguito che , appena terminato Never Sky, mi vede li li per strapparmi i capelli, assolutamente smaniosa di saperen di più. Cosa succederà, cosa evolverà e cosa no, dove e come troveremo i nostri amati personaggi...Prima arriva da noi  e meglio sarà!!!!

11/05/13

Premiazioni Giftaway di San Marco!!!!!

Buongiorno e ben trovati!
Vi informo con piacere le premiazioni del giftaway di San Marco indetto il 25 marzo con termine 25 aprile qui!
Purtroppo non è andato come speravo e di 4 partecipanti, ho ricevuto solo due elaborati. Per cui c'è stata poca competizione! Peccato! Sicuramente ho avuto poco modo di poter fare preferenze e tutte torneranno a casa felici poichè basta assegnare un libro a testa!



I nomi sono:

VAleottantadue

 che vince Ti ricordi di me?




 e


 Silvia Vettori

 che vince Baby o non baby?



Se preferite scambiarveli, ditemi pure o accordatevi qui nei commenti! Ho bisogno prima possibile dei vostri indirizzi per spedirvi i libri!

Spero che ci siano presto altre occasioni che, sono certa, funzioneranno meglio!!!! Come credo si possa dire per Il giftaway di Luna ancora aperto!

Vi lascio con gli altri due banner che mi aveva creato gentilmente Valeottantadue di www.my-empty-purse.blogspot.it


A voi quale piace di più dei tre?

Vi allego anche le opere ricevute!

LA prima, molto elaborata e complessa (giuro , nemmeno i miei contorti ragionamenti sarebbero riusciti a creare questo disegno malinconico e dolce!) è di Vetto di www.cosmovetto.blogspot.it :

Il ragazzo parte per combattere i Saraceni; durante la battaglia viene fatto prigioniero.
Durante la sua reclusione, ogni giorno viene per portargli del cibo una timida ragazza ( figlia di un saraceno) che giorno dopo giorno entra in confidenza con il giovane prigioniero fino ad innamorarsene....
Ormai conquistata la fiducia della fanciulla il giovane riesce a fuggire dalla prigione e nella fuga perde la sua collana con lo stemma della sua famiglia.
Trova rifugio insieme alla ragazza ormai diventata sua complice lontano da dove si sta svolgendo la battaglia...
Nel frattempo...i compagni di ventura del giovane tra cui il suo amico riescono a sconfiggere i Saraceni e fanno ritorno a casa...
Durante la battaglia finale, durante un assalto a alla prigione per liberare i loro compagni; l'amico ritrova il ciondolo...
Pensa così che il proprio amico sia morto...
Questo, fa ritorno a casa e comunica alla ragazza la tragica notizia della morte del suo amato ..consegnandole la collana …
Lei, inizialmente non riesce a darsi pace,fortunatamente trova conforto e amore nell'amico superstite...
I due si sposano e hanno un figlio che porta il nome del defunto amico/ amato.
Gli anni passano, e dopo un lungo esilio l'ex prigioniero fa ritorno in patria insieme alla sua complice e adesso moglie...
La pace e la serenità non sono destinati a durare...scoppia una terribile carestia causa da una terribile diffusione di una malattia infettiva...
La popolazione,si rifugia nelle campagne..
Proprio in un casolare abbandonato,diventato ormai un rifugio..i due amati si rincontrano...
Purtroppo la sua amata,per la quale era partito in guerra per farsi onore e poterla sposare.. ha perso il marito ed è rimasta sola con il proprio bambino che porta il suo nome...
Il destino per lei è talmente crudele che la grave infezione la colpirà ...rimarrà' solo il bambino nato da un amore di conforto..che troverà serenità e amore..in una nuova famiglia..dove il “nuovo” padre avrà il suo stesso nome...

E ora quello di Valeottantadue di  www.my-empty-purse.blogspot.it:

Lui non muore in battaglia. Rientra a Venezia e chiede la mano di lei. Il padre da sempre contrario, gli risponde che gliela concederà solo se riuscirà a portargli una famosa gemma custodita in un lontano tempio e difesa di un mostro. Lui parte. Trova il monastero e dopo mille peripezie riesce a ingannare il mostro e prende la gemma. Rientra a Venezia e il padre, allibito, deve concedere la mano alla figlia.   

Alla prossima iniziativa e complimenti alle vincitrici!!!

Intervista a Francesca Verginella - Le interviste #1

Buon weekend a tutti!!!!
Questa che vi presento è la prima intervista indipendente che faccio ,dopo quella per la Book Blogger Hunt qui,  soprattutto ad un autore. Mi piacerebbe organizzarne spesso e fattispecie ad autori italiani o, se possibile, a quelli delle mie opere preferite. Sempre che non si tratti di chimere ;-)
La protagonista è Francesca Verginella di cui ho letto Luna, sua prima ma non unica opera, e la recensione potete trovarla qui con la possibilità di partecipare ad un bel giftaway!!! Ma non perdiamo tempo e passiamo alle domande....



Cara Francesca,

sono veramente felice di averti mia ospite! Sei stata veramente una bella sorpresa....E vorrei approfittarne per farti qualche domanda!





1. Le tue opere sono l'una diversa dall'altra in quanto a genere. Come riesci a lanciarti da un genere all'altro? Ben pochi autori possono!




R. Lo so che, di solito, gli autori sono piuttosto fedeli ad un certo genere e ad un certo stile di scrittura. Dopo aver scritto "Luna", come secondo libro ho scritto "Hope, Alaska", una storia d'amore e di vendetta di una donna innamorata e tradita. La storia si alterna tra Boston e i boschi dell'Alaska e si svolge nel tempo presente. Eppure mi è venuto naturale. Così come leggo libri di generi completamente diversi, così mi è venuto spontaneo scrivere opere che trattano temi differenti con uno stile di volta in volta adeguato al genere. E' un po' come se avessi una libreria nella mia testa e quando scrivo seguo di getto quello che in quel momento mi salta in mente. Ovviamente non è sempre così semplice e anche io ho avuto per giorni il "blocco dello scrittore"; non riuscire a mettere in fila parole di senso compiuto sull'orribile schermo luminescente è davvero snervante. Per fortuna, almeno fino ad ora, sono sempre stati momenti passeggeri. 
Finalmente un'autrice che scrive come legge!!!!! E' veramente raro e spesso sono flop. Adesso, devo ancora leggere altre tue opere. Ma da varie recensioni, soprattutto" Hope, Alaska", i pareri sono ottimi.
 


2. Nella tua biografia c'è una descrizione che non può non farmi sorridere. Dici che sei negata per la tecnologia.. A chi lo dici!!!! Adesso le cose sono migliorate o tu e il computer fate sempre a cazzotti?



R. Premetto che secondo me il computer è uno strumento di tortura. Se cerco qualcosa è troppo dispersivo o troppo specifico: meglio la vecchia enciclopedia. Quando l'ispirazione dà vita al fiume irrefrenabile di parole che devo assolutamente scrivere per fermare e non perdere... devo accenderlo, attendere, sperare che non si blocchi, ecc. Allora prendo carta e penna e faccio prima. Ma ho una scrittura impossibile da decifrare (a volte anche per me) e perciò devo autoconvincermi ad usare questo (sospirone) utile strumento. Ma il computer lo uso solo come una macchina da scrivere e, da qualche mese, per facebook e twitter (ma l'iscrizione me l'ha fatta mio marito). 
Scrittura impossibile da decifrare? Benvenuta nel club!!!!! Anche io odio accendere il pc. Chiaramente , non scrivendo, è diverso, ma uso spesso le note del telefono o dell'Ipad. E sono piuttosto utili anche se i miei fini sono basci: annotare titoli che ho notato, lista spesa, citazioni quando  leggo e il pc è lontano.....Scommetto che l'Ipad lo bruceresti!!!! Soprattutto se sei abituata a Windows. Io all'inizio la Mac non lam sopportavo. Non capivo NULLA! 



3. Mi viene spontaneo chiederti come è nato il sito. Se sei riuscita da sola, assolutamente non sei negata come ci vuoi far credere! O è tutta opera di tuo marito?



R. L'idea di avere un sito mi è venuta circa 10 anni fa, proprio per mettere lì i libri che avevo scritto e che nessuna casa editrice voleva pubblicare, se non previo pagamento. Ovviamente avevo chiesto a mio marito se lo sapeva fare perchè per me era davvero un altro mondo. Lui mi ha risposto:"Sì! Adesso te lo faccio". Ma, come sanno tutte le donne, l'ADESSO di un uomo non è lo stesso ADESSO di una donna. E infatti sono passati gli anni. Intanto, ad agosto 2012, ho letto un articolo su Smashwords e ho detto a mio marito di informarsi su cosa era "quella roba". Anche lui si è entusiasmato al discorso dell'auto pubblicazione di ebook. In un paio di mesi ha fatto quello che non ha fatto in 10 anni: ha riadattato l'impaginazione dei file .doc dei miei libri in modo da renderli conformi allo standard richiesto della piattaforma per la loro pubblicazione, mi ha compilato i questionari (tutti scritti in inglese) e si è occupato della parte burocratica. Abbiamo fatto insieme le copertine dei romanzi e dei racconti: lui cercava le immagini free da poter usare e io (e lui) con photoshop le abbiamo modificate. Quello che c'è dentro il sito è tutta farina del mio sacco: libri, artigianato, cucina, sono gli hobby che ho da quando ero bambina. Ma quello che c'è dietro, i codici, li ha fatti tutti lui. Io al massimo dicevo: "questo colore no, meglio questo... Questo sfondo non mi piace, preferisco quest'altro". La nostra avventura su internet è iniziata circa nove mesi fa e posso dire che che, fino ad ora, è stato un lavoro di squadra... e lui è stato bravissimo. Ora cerco di imparare ad aggiornare, modificare e così via, ma non ho paura di dire che in queste cose sono davvero una capra.

A chi lo dici! Faremmo una bella coppia io e te! Bene o male al minimo sindacale ci arrivo. Poi il nulla....

 

4. Mi pare di capire che la tua vita è ricco spunto per i tuoi romanzi. Li usi come valvola di sfogo oltre che per narrare di un mondo?



R. Sono soprattutto una valvola di sfogo. Alle volte nella vita, di fronte ad una certa situazione, avrei voluto comportarmi anche in maniera poco civile... anche contro la mia natura, che non è affatto aggressiva. Io di solito risolvo i conflitti nei confronti di chi mi attacca ignorandolo: se qualcuno è così sciocco da comportarsi in certi modi è inutile parlarci per spiegarsi ed è controproducente affrontarli di petto. Ma nei miei libri posso farli sentire dei vermi con un discorso ben costruito e di sicuro impatto emotivo o sfoderare la spada e tagliargli la testa. Mia madre dà un'altra spiegazione: dice che sono un po' matta. 
Sapessi quanti dialoghi mentali che mi faccio...Te sei matta. A me rinchiudono alla Neuron! 



5. Leggo anche che hai una famiglia. Come riesci a conciliare scrittura e famiglia? Per me è il caos uro e per ora ne ho solo uno di figlio!



R. Diciamo che, visto che sono in due, si danno manforte e si coalizzano "contro" di me. Così urlo una volta sola per cercare di fermare la mia coppia di distruttori. Sono adorabili! Però la loro nascita mi ha bloccato molto dal punto di vista creativo. Fa anche parte del mio carattere dedicarmi anima e corpo a qualcosa e non sentire affatto il peso delle rinunce: non mi sono sentita annullata nel fare "solo " la mamma. Ultimamente però, visto che i miei bimbi sono cresciuti (5 e 2 anni), sono ADDIRITTURA riuscita a scrivere un mini-racconto (circa 7200 caratteri spazi inclusi). L'ho scritto in circa due ore e sono state davvero intense: mi sembrava non fosse passato così tanto tempo dall'ultima volta e la scrittura mi scorreva tra le dita come ai "vecchi tempi". Proprio come andare in bicicletta! Poi però il soggiorno si era trasformato in una vera baraonda. Il racconto si intitola "Il Guerriero e la Principessa" (sono stata ispirata dai miei bambini): è la prima volta che scrivo qualcosa di tanto breve, ma era nei termini del concorso a cui intendevo partecipare. Non ho vinto, ma questa eventualità non era tra le priorità: ero troppo contenta di aver ripreso a scrivere. Ho messo il racconto sul mio sito e si può scaricare gratuitamente su Smashwords e su Bookoliko (una nuova piattaforma tutta italiana). I primi che l'hanno letto lo hanno trovato molto carino.
Veramente interessante e credo proprio che darò anche io un'occhiata a questa tua storia breve! E , visto che il tema mi tocca, patteggio il tuo fare "solo la mamma" e col prossimo spero di poterlo fare almeno per i termini previsti dalla legge per i lavoratori dipendenti! 



6. E con gli hobby come fai?



R. La scrittura è un processo che ha bisogno di tutta la mia attenzione e di un sacco del mio tempo (entrambe cose molto rare nella mia vita, soprattutto ora). Invece cucire, creare orecchini e collane (per me, le mie amiche e le loro figlie) mi rilassa moltissimo. Se sono così tesa da non riuscire neppure a dormire mi distende i nervi prendere le pinze, armeggiare con il filo di metallo argentato, infilare perline... Passano le ore e non me ne rendo neppure conto. La cucina è un discorso a parte. Quello che cucino quotidianamente, per la mia famiglia, è una cosa legata più alla praticità. Però quando ho tempo (e ho le "cavie" giuste) mi piace sperimentare con gli ingredienti, ma mai cose troppo esotiche: la cucina italiana è già abbastanza ricca e fantasiosa.
Volendo per il futuro potresti fare dei test, ma con tutte le nostre regioni hai davvero esperimenti da fare a vita!



7. Come ti è venuta l'idea di un libro di cucina?



R. Avevo scritto le ricette sul mio sito. Tutte basate sulla tradizione italiana, ma rivisitate da mia mamma e poi ulteriormente aggiornate dalla mia fantasia e dai miei "esperimenti". La passione per la cucina me l'ha trasmessa proprio mia madre. Non si tratta solo di cucinare delle ricette di famiglia, si parla di fare qualcosa con amore per chi ami: quando c'erano compleanni e feste lei faceva sempre la torta in casa o il menù che preferiva in festeggiato. Queste cose le voglio tramandare ai miei figli, perchè con la cucina puoi davvero esprimere concretamente l'affetto a chi vuoi bene. Il libro è stato una naturale conseguenza. 
Io e la cucina abbiamo un rapporto...Ambiguo. La odiavo a morte. Da che è nato il piccolo ci provo e magari qualcosa esce. Cerco ricette molto semplici ed amo sperimentare anche ricette e stili di cucina stanieri! 



8. Pensi mai ad un libro di cucito invece? Magari con qualche consiglio pratico? Per le negate come me che oltre alla tecnologia annoverano anche cucito e cucina (anche se su quest'ultima ho notevolmente migliorato le mie capacità!)



R. Sono assolutamente un'autodidatta per quel che riguarda il cucito. Non nascondo però che l'ho scritto nel DNA, tanto che dal rifare l'orlo per accorciare i jeans (il mio metro e mezzo di altezza lo impone) sono passata a cucirmi il vestito da sposa (ancora oggi non so dove ho trovato il coraggio per farlo... ma è andata bene). Sul mio sito, nella sezione artigianato/cucito, cerco di spiegare come realizzare alcune delle creazioni che ho fatto in questi ultimi anni. Mi sono accorta però che, leggendole, sembrano più difficili di quello che sono in realtà. Per trarne un libro utile a chi è alle prime armi dovrei aggiungere le foto con i passaggi intermedi e si tratta di un lavoro che, almeno per ora, non mi sento in grado di fare. Magari un giorno diventerò ancora più "tecnologica" e metterò direttamente sul mio sito dei tutorial filmati (si dice così?). 
Il vestito da sposa??????? Complimenti! Io a malapena attacco i bottoni (pure storti, ammetto!) 



9. Su cosa stai lavorando adesso? Ce ne vuoi parlare?



R. Certamente. Vorrei tanto finire alcuni lavori che ho lasciato a metà. Un fantasy ambientato in un castello dove nulla è quel che sembra. Un altro fantasy la cui storia si dipana dalla preistoria ad un futuro ipertecnologico... ovviamente tutto si svolge in un altro mondo. E c'è anche un romanzo ambientato durante la seconda Guerra Mondiale: la storia di una famiglia ispirata ai racconti di mio nonno che quel periodo l'ha vissuto sulla sua pelle. Come vedi ancora generi differenti, ma difficilmente potrò farlo a breve, mi mancano il tempo e la concentrazione necessari. Cercherò però di dedicarmi a qualche racconto breve, ora che ho ricominciato non voglio smettere. Sono fiduciosa! (A dir la verità ne ho già uno in cantiere... vedremo quanto diventerà lungo...)
Sbaaaaaaaaaaaaaaaaaav! Per la parte fantasy hai proprio preso i miei gusti! E, grazie ad una nuova autrice presto su queste pagine, potrei anche dedicarmi alla Seconda Guerra Mondiale (io e 800-900 andiamo poco d'accordo!). Sono felice che tu abbia tanti progetti e credo anche io che, senza forzature, li porterai a compimento! 



10. Se una tua opera potesse diventare un film...Quale sceglieresti?



R. Mentre scrivo nella mia mente scorrono sempre le immagini di ciò che sto creando... proprio come un film. Ammetto che mentre scrivevo "Luna" me lo immaginavo come un lungometraggio di animazione. Ma non con i disegni fatti al computer e in 3D (che all'epoca in cui l'ho scritto non c'erano nemmeno), piuttosto pensavo ad un film alla Miyazaki. Invece per un film con attori in carne ed ossa vedo "Hope, Alaska": interpretato da famosi attori americani, un vero campione di incassi. Sto esagerando un po', ma visto che si tratta solo di sogni perchè porre dei limiti? 
No , anzi! E' una visione interessante e credo anche io me li aspetterei come te! Con Miyazaki verrebbe veramente bene. Ma non faccio testo visto che sono fan sfegatata del Castello Errante di Howl. 



11. Ed ora una domanda strana... Gli scrittori, almeno per come la vede la gente che conosco, sono visti quasi come dei perdigiorno. Come la pensa chi è attorno a te? I tuoi cari ti sostengono?



R. Oggi ho pochi giorni da perdere e infatti scrivo poco. Quando ero più giovane e... libera, usavo il tempo che rimaneva allo studio e al lavoro e perciò scrivevo di sera e nei fine settimana. Fino a che sono rimasta a casa dei miei genitori, loro vedevano questa mia passione solo come un altro dei miei passatempi. Ogni tanto mi chiedevano (quasi preoccupati) se davvero credevo di diventare una scrittrice ed io li rassicuravo dicendo che no, non credevo affatto di poterci riuscire. Ed ero sincera. Mia madre ha letto solo "Le età di mezzo", un romanzo d'amore, per scrivere il quale mi sono ispirata ai miei diari ed ai suoi, scritti entrambi durante l'adolescenza. Le è piaciuto moltissimo. Mio padre ha altri gusti, preferisce i romanzi storici. Sono persone molto pratiche e preferisco la sincerità all'esaltazione incondizionata solo perchè sono i miei genitori. Dopotutto anche io sono simile a loro, infatti ho i piedi ben piantati per terra... ma sempre con la testa tra le nuvole. Gli amici (pochi) che all'inizio hanno letto alcuni dei miei scritti erano prima di tutto sorpresi di questa mia passione: sono molto riservata e non l'avevo subito condivisa con loro. In generale i miei romanzi sono piaciuti anche a loro. Ma il mio più grande fan è mio marito. Ci siamo conosciuti quando avevo scritto quasi metà del mio libro "Luna" e si è subito entusiasmato per il mio modo di scrivere. Da allora è lui che mi sprona a fidarmi di me stessa e a continuare nella scrittura. Da semplice lettore è diventato anche il mio correttore di bozze e mi aiuta nell'editing (assolutamente non è un professionista, ma non mi sembra lavori male... ed è gratis!). Inoltre mi aiuta a promuovere i miei libri, ora che sono pubblicati. Io mi sarei accontentata di metterli sul mio sito, che probabilmente nessuno avrebbe guardato. Lui (dopo essersi documentato ad hoc) mi ha svelato un mondo fatto di forum, blog e siti tutti dedicati all'arte dello scrivere. La prima volta ho chiesto ad una blogger (siete quasi tutte femmine, ho notato) se voleva recensire un mio libro credevo che non mi rispondesse neppure. Invece... Però devo ancora imparare molto di questo mondo virtuale; anche adesso, se devo fare un post con un link, devo chiedere a mio marito: "Come si fa questa roba?".

Hai veramente avuto validi e sinceri sostegni! I genitori infatti dovrebbero essere cosi. Mi ha stupito riguardo gli amici. Di solito, lo spiritoso ammazza speranze non manca mai! E per il marito....Bè, potresti scrivere un romanzo su questa sola parte della tua vita. Moooolto romantica!
Eh, si! Le donne si sa hanno una marcia in più in molti mondi e campi!!!! E meno male!



Grazie mille per la tua disponibilità! E' stata una grandissima occasione per conoscerti meglio!!

E adesso invece vorrei proporvi un'iniziativa della stessa Francesca. Su www.lacasadifrancesca.it si è interamente dedicata ad una catalogazione di autori italiani autopibblicati  come lei che è difficile trovare se non si hanno gli strumenti giusti:




Condividete questa notizia, mi raccomando!