21/05/13

Il circolo letterario #2 - Recensione di Tregua nell'Ambra di Ilaria Goffredo


Buon pomeriggio a tutti! 
Ecco il secondo appuntamento de “Il Circolo Letterario”, un piccolo spazio dedicato al nostrano e magari a quegli autori poco conosciuti sia perchè datati e non famosi sia perchè autoubblicati che hanno deciso di affidarsi a questo nuovo mondo anziché all'editoria a pagamento o proprio perchè vi si sono scontrati contro.
Ultimamente ho letto qualche romanzo italiano deludente stra sponsorizzato da editori conosciuti. E quindi doveva essere “garanzia di successo”. Peccato fosse un obbrobrio. Capita invece che i romanzi autopubblicati cadano molto dietro le quinte quando invece si può trattare tanto di perle di valore che di lavori mediocri ed entrambi dovrebbero avere la possibilità di saltare agli occhi.
Io mi auguro per lo meno, per coloro di cui parlerò, di destare interesse nel lettore e di far conoscere tali autori che non sono sotto ai riflettori.

 Trama:
Martina Franca, Puglia, gennaio 1943.
L’Italia è entrata in guerra da tre anni e la vita della popolazione peggiora di giorno in giorno. Gli stenti gravano anche sull'esistenza della giovane Elisa, una diciottenne piegata dal terrore del fascismo e dei bombardamenti alleati, dalla fame. Un giorno Elisa conosce Alec, il figlio di una vicina di casa, un uomo misterioso e dallo strano accento; incute in lei un’adorazione che talvolta si tramuta in timore.
In un romanzo che ha il sapore di sole e calce, terra e pane nero, la vita rincorre e sfida gli orrori della dittatura e dei campi di concentramento, spera nelle attività antifasciste e incassa le perdite. Il coraggio di una ragazza che diventa donna. La tenacia di un amore in bilico sull'abisso. Il ritratto di un’Italia che non c’è più. La coscienza di ciò che siamo stati nel flusso della grande Storia.
 
 
Sob sob sob sob (dove sono i fazzolettiiiiiiiiiiiiiiii????!)!!! Ma "La sindrome di Lauren Oliver non colpisce solo gli scrittori esteri????
 
Questo sclero ha il solo scopo di farvi intendere quanto mi sia piaciuto il libro ovvero tanto. Assai raro poichè appena ci avviciniamo all'Ottocento già inizio a mostrare segni evidenti di insofferenza. Di norma sono libri troppo prolissi, con parecchi termini tecnici, linguaggio arcaico o comunque qualche elemento che li rende di difficile digestione. E anche perchè man mano ci si avvicina a periodi storici duri e assolutamente pieni di assacri senza senso, quelle pietre della storia che segnano le vergogne dell'uomo.
 Temevo qualcosa di simile anche per il libro di Ilaria, giovane pugliese doc classe 87, la cui opera è arrivata finalista in "Il mio esordio 2012" con 2600 opere concorrenti. Un traguardo non da poco. Soprattutto in un panorama che vede gli autori che si autopubblicano ampiamente osteggiati.
 
Facciamo la conoscenza di Elisa, una ragazza come tante la cui vita è stravolta dal regime fascista e tira avanti tra mille stenti assieme al padre e al fratello Antonio. La sua tranquilla esistenza smetterà di essere tale quando incontrerà Alec, figlio della sua amatissima vicina Marisa.
Questo ragazzo è diverso tanto nell'aspetto quanto nei modi rispetto ai compaesani di lei. E nasconde parecchi segreti per cui dovremmo attendere a lungo prima di venirne a parte. 
Purtroppo ai sentimenti non si può dire di no ed è un pericolo assai grande innamoraresi in un regime che sospetta anche di un mezzo sguardo. Basta poco per essere considerati colpevoli di antifascismo e per questo giustiziati o portati nei campi di lavoro.
Elisa fino a prima di conoscere Alec è una figlia attenta e rispettosa e lo sarà anche dopo. Però l'attrazione per il bel giovane e lo stesso regime le aprono gli occhi ed inizia a vedere il fascismo per ciò che veramente è: una dittatura che prostra la gente in nome di una battaglia che l'Italia non è in grado di sostenere. E la voglia di liberarsene è tanta da vedere nascere e morire continui focolai ribelli.
Per carità il fascismo è da condannare in quanto ai danni che il nostro paese subì. Ma non si può negare che nei suoi tempi migliori non abbia aiutato l'Italia rendendo forte la sua moneta, dando sussidi a famiglie numerose o come nel caso di un parente aiutando questa famiglia a darle strumenti per vivere e lavorare in un momento in cui un mancato aiuto avrebbe significato perire. Il problema è che poi sono arrivate le leggi razziali e Mussolini probabilmente si è sentito costretto ad accettare l'alleanza con Hitler che non scherzava quanto ad offensiva!!!  L'alternativa era farsi abbattere...

Con gli occhi di Elisa scopriamo come si viveva durante il fascismo, racconti non molto dissimili da quelli dei nostri nonni; ammiriamo Martina Franca e le zone che ci è concesso conoscere attraverso l'autrice nel loro splendore ma anche il peggio del peggio ovvero i campi di lavoro. Qui ci viene riportato che quelli italiani trattavano col guanto di velluto i prigionieri rispetto ai colleghi nazisti ma leggerne comunque non ne alleggerisce lo schifo. Le umiliazioni, i maltrattamenti, la fame, lo schiavismo e i lavori forzati, gli stupri....
E chi vive fuori sarà stato più libero però la fame la pativa lo stesso, anche accuse infondate o assurde che condannano a morte un destino. Le privazioni che mettevano uno contro l'altro gli stessi familiari. Questo è quel che accadeva agli sgoccilo del secondo conflitto mondiale.

E la nostra Elisa che deve soffocare un sentimento così bello per evitare accuse infondate sulla sua famiglia. La nostra protagonista che cerca di non lasciarsi andare nemmeno sapendo che lui sarebbe partito a breve ed a cui nasconde un grande segreto.

Questo è un romanzo veramente intenso è con un linguaggio quanto mai attuale ed assolutamente non noioso. E' facile farsi trasportare da Elisa, vedere il mondo coi suoi occhi. Fremere d'ingiustizia e sentimento.
Ogni tanto il testo è impreziosito da elementi dialettali pugliesi o elementi in lingua inglese. Purtroppo gli elementi in pugliese non li ho capiti neanche di striscio! Come consiglio all'autrice mi permetto di segnalare la mancanza di traduzioni sia per me che non parlo pugliese sia per chi non mastica nemmeno "Hello" in inglese. 
Per non parlare della documentazione. E' un lavoro accurato, pertinente, così verosimile da sembrare il racconto di un sopravvissuto alla guerra. Complimenti per la perizia!
Non mi aspettavo di essere colpita tanto da questo romanzo che mi ha aperto il cuore. L'unico
"difetto" (se vogliamo chiamarlo così) è il continuo "Ti ringrazio "pronunciato da Elisa. A un certo punto anche un personaggio le fa capire che è un tantino estenuante!!! Ma è un'inezia questa "lamentela", se vogliamo chiamarla così!

Per il resto andate a scaricare questo romanzo dal blog di Ilaria qui. Ne vale veramente la pena e non c'è nemmeno la scusa "costa; non posso comprarlo ora". E' gratuito. Fatela conoscere!!!

PS: questa recensione sostituisce la rubrica "Teaser Tuesday" della settimana ;-)

2 commenti:

  1. devo leggerlo..ce l'ho in coda ma sia il genere che il tema mi piacciono..la tua recensione mi ha convinta

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    1. É veramente stata una sorpresa! A me già il tema e il periodo avviliscono ed ero titubante ad iniziare la lettura ma é stato un vero successo! Sono ancora a disperarmi da quanto mi 3 piaciuto!

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