16/04/17

Recensione di Tutti indietro di Laura Boldrini

Trama: Sayed ha vent'anni. A undici è dovuto scappare dall'Afghanistan, lasciando la madre e la propria casa, per fuggire a chi lo voleva costringere a combattere con i talebani. È arrivato in Italia dopo nove anni di viaggio, tra stenti e periodi di prigionia, trattato in modo disumano. Quella di Sayed è solo una delle tante storie raccolte da Laura Boldrini nella sua lunga esperienza in prima linea. Cosa spinge migliaia di persone a cercare di raggiungere le coste italiane sfidando ogni pericolo? È giusto respingerli, come il governo italiano ha deciso di fare dal maggio 2009? Oggi nel dibattito pubblico si tende a considerare tutti i migranti allo stesso modo, mettendoli indistintamente in un unico grande calderone e presentandoli come minaccia alla sicurezza. Anche i rifugiati, da vittime di regimi e conflitti, finiscono per rappresentare un pericolo. Dalle parole di Laura Boldrini emerge una realtà invisibile all'opinione pubblica. L'autrice, che negli anni ha affrontato con passione e coraggio alcune tra le principali crisi umanitarie racconta la propria esperienza, maturata nell'incontro costante con il dolore di chi è costretto a scappare. Ma descrive anche l'Italia della solidarietà, spesso oscurata dai mezzi d'informazione: dagli uomini che mettono a rischio la propria vita per salvare in mare i naufraghi partiti dalle coste africane, alle tante persone che nel rapporto quotidiano con immigrati e rifugiati realizzano un'integrazione vera e spontanea.

Questo è un libro datato eppure, leggendolo, del 2010, non mi sembra cambiato molto, nel senso che i problemi sono gli stessi nel bene e nel male.
La Boldrini inizia il libro spiegandoci perchè ha iniziato a scriverlo e cos'è l'Unhcr, ovvero l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (vi è anche un appendice che approfondisce il discorso), chi sono i rifugiati.
E' vero che sui principali mezzi di comunicazione si sente solo il male del discorso e che tutti abbiano una vaga idea dell'Unhcr. Pensiamo che gli immigrati ci rubino il lavoro, che siano solo delinquenti, che devono starsene a casa loro, che l'Unhcr sia un impiccio o che ci debbano pensare solo loro alla questione ed alle difficoltà.
E i governi giocano ancora a lanciarsi la patata bollente o a non volerne sapere, i talk show ad essere strumentalizzati e a non invitare esperti sul tema ma solo politici che tirano acqua al loro mulino ed abusano del tema "sicurezza". Davvero, poco è cambiato.
La Boldrini ci parla dei salvataggi in mare, di quelli buoni in cui gli uomini delle imbarcazioni obbediscono alla legge del mare ed aiutano chi è in pericolo come un giovane mauritano sopravvissuto ad un naufragio di quarantacinque persone e salvato da Vito Cittadino e del suo equipaggio. Ma ci parla anche di quelli cattivi dove sul Budafel, rimorchiatore maltese, si decise di non staccare le gabbie dei tonni e di lasciare i migranti attaccati ad esse in bilico perchè i tonni valgono di più. O ancora casi dove chi aiuta non viene aiutato come il Pinar a metà tra acque maltesi ed italiane rimane giorni con a bordo le persone salvate, in condizioni terribili, ma non ha autorizzazione ad approdare in nessun porto perchè Malta ed Italia si ripassano la palla per non prendersi responsabilità.
Non sapevo che fossimo nel "Libro bianco sul razzismo in Italia, a cura dell'associazione Lunaria, che riporta dati di razzismo dal 1 gennaio 2007 al 15 aprile 2009 che vanno dall'odio puro all'indifferenza per le morti altrui.
Il quadro è assolutamente inquietante. Per fortuna però c'è anche un'Italia che è accogliente e non si fa ottenebrare il cervello.
Sarà facile parlare di stupidità e faciloneria per chi non è contrario all'immigrazione o comunque non ne ha paura e non la vede col fumo negli occhi. Anche se anche chi ha solo un minimo di sensibilità dovrebbe sapersi mettere nei panni di chi decide di rischiare il tutto per tutto quando preferirebbe rimanere a casa sua. Questo lo sa bene chi lavora con gli immigrati e farebbe bene a tutti vederlo coi propri occhi.

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