17/04/18

Recensione di La domenica della rivoluzione di Wendy Guerra

Trama: Cleo è una giovane poetessa che vive all'Avana, e la sua vita cambia radicalmente nel giro di un anno. Prima muoiono in un incidente stradale i suoi genitori, due scienziati molto vicini al Regime, poi arriva la notizia della vittoria di un premio letterario in Spagna. Avere successo all'estero la rende sospetta agli occhi della Seguridad di Stato, che la controlla dovunque, e diviene complicato per Cleo trovare un luogo dove sentirsi accettata: all'Avana la considerano una privilegiata, una che può viaggiare e accedere ai sogni vietati ai cubani, mentre la comunità degli esuli che frequenta in Messico la considera una potenziale spia perché ha scelto di restare a vivere a Cuba. L'arrivo di Geronimo Martines, un famoso attore hollywoodiano giunto a Cuba per realizzare un film su un leggendario eroe della rivoluzione, apre scenari inattesi sulla storia familiare di Cleo e su alcune carte occultate dal Regime, Una storia dall'ambientazione ricca di fascino e inquietudine che, in un crescendo di tensione, svelerà al lettore e alla stessa protagonista alcune verità scomode sulla sua famiglia che tutti sembrano invece conoscere da tempo.

La letteratura di questo genere non mi ha mai attratta. Non andatemi a chiedere perchè, quando la gente farebbe di tutto per vivere in paradisi simili o comunque li apprezza per molti motivi (lingua, luogo, ballo..). A me non interessa molto ciò che non si trova a nord o ad est. E' piuttosto raro.
Questo libro però lo vedevo da qualche giorno in biblioteca ed alla fine ho ceduto.

La protagonista è Cleo, giovane trentenne in lutto per la morte improvvisa ed immotivata dei suoi genitori in un'esplosione. Vive reclusa a casa sua, con le regolari visite della vigilanza cubana, certo non visite di cortesia. Intrusioni che la giovane non si spiega perchè lei non è nessuno, solo una poetessa che però pare poco simpatica al regime benchè non sia una dissidente. Una poetessa non pubblicata nel proprio paese.
L'arrivo dell'attore Geronimo Martines, giunto a Cuba per girare un documentario storico-politico, si reca subito da Cleo. C'è una motivazione ben precisa e la ragazza si troverà coinvolta nella recente storia cubana, ma anche nella più intima storia familiare, chiarendole perchè è così invisa ai piani alti.


Ecco... Non so se questo libro mi sia piaciuto o meno.
Il punto di forza è che si tratta di una storia che si fa leggere con calma. Guai a correre, si perdono pezzi.Questa lettura dev'essere gustata e centellinata.
Quel che mi è piaciuto poco è stata la presenza di colpi di scena a singhiozzo. Cioè, c'erano e poi basta, la nenia di sempre a livello narrativo. Oltre alla poesia, proprio non è il mio mondo.
Il finale poi è stato spiazzante. Tronco, violento. In realtà ha un senso così come i punti "morti" del libro. L'obiettivo è renderci coscienti della precedente realtà cubana. Come sia adesso, lo ignoro. Ma l'impressione è che i cubani vivano al presente perchè il passato è meglio lasciarlo stare, il futuro meglio non pensarci visto che non c'è e meglio vivere alla giornata perchè a pestare i piedi si finisce male. Inoltre la chiusura costringeva a far arrivare prodotti particolari praticamente di contrabbando.
La vita cubana è semplice, quasi bucolica e sicuramente alcolica e sensuale tanto la vita delle persone sia indolente ed al contempo diffidente, piena di intrighi che all'apparenza non esistono. Infatti è visto come un atto di maleducazione fare domande personali e circa il passato a qualcuno.
Questo popolo con altre condizioni storiche come sarebbe stato? Non ne ho la minima idea, ma la domanda resta.
Per quanto riguarda i protagonisti li ho trovati caricaturali, macchie. Cleo ha più personalità, forse perchè è la voce narrante. Però ad un certo punto sembra quasi uno sfondo necessario alla narrazione perchè le sue azioni sono degli sporadici attacchi di energia e poi tantissimi di depressione (la tendenza ad abusare senza ricette di psicofarmaci della popolazione è allarmante, se quanto scritto è anche solo vagamente verosimile).

Quindi un libro per riflettere e chiarirsi le idee sì, da amare non saprei.
Il voto è "quasi sufficiente" perchè non riesco a convincermi della storia.


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