29/07/13

Recensione de Il Metodo Maman di Pamela Druckermann

Trama: Che fatica crescere dei bambini beneducati, tanto più in questi tempi in cui anche i migliori modelli educativi sembrano entrati in crisi. Ma Pamela Druckerman, giornalista newyorkese, ha scoperto che un metodo esiste. Grazie a un soggiorno a Parigi, la giornalista e mamma di tre piccole pesti si è messa a osservare da vicino le mamme francesi e ha capito che sono di gran lunga le migliori. I loro piccoli non fanno i capricci, si comportano bene, finiscono tutto quello che hanno nel piatto, dormono di notte, e soprattutto lasciano in pace i genitori. Taccuino alla mano, l’autrice ha raccolto, giorno dopo giorno, una spassosa miniera di segreti, parole d’ordine e comportamenti capaci di migliorare la vita di una mamma e dei suoi figlioli.


Ho preso per curiosità questo volume in biblioteca dopo che lo adocchiavo da qualche mese in libreria.
E' l'ennesimo manuale educativo ma ha comunque utili spunti di riflessione.
La scrittura è scorrevole anche se, per qualche strano motivo, mi veniva spesso da assopirmi. Non so se fosse per la dovizia di particolari o perchè alcune cose le ho già vissute come lette.
Il testo però è brillante e talvolta ironico.
La scrittrice parla in prima persona della sua esperienza di maternità da quando ha conosciuto suo marito, come sono finiti a fidanzarsi e sposarsi a Parigi dove hanno avuto tre bambini. E anche dello scontro di civiltà nonostante tutti i suoi buoni propositi in ogni ambito.
In Francia non vedrete mai questo
Lei, americana, non riusciva affatto ad integrarsi poichè il modo di educare francese è agli antipodi di quello americano che mi pare l'esatta copia di quello italiano. I genitori si spogliano di ogni autorità, tutti son al servizio dei figli che diventano subito le star di una serata, si corre dietro loro tutto il tempo che si esce, intimità e vita sociale paiono degli spauracchi prima dei 20 anni dei figli (epoca in cui non interessa nemmeno più), notti insonni a nastro ed al contempo i figli sono iper protetti ed iper trofeizzati.
L'autrice non ne parla. Dice solo che i ragazzi devono fare il maggior numero di attività ed imparare prima possibile. Immagino dunque che agli allenamenti i genitori facciano cori da stadio con tanto di offese. Cose che qui ho visto!!!! E che  mi fanno cadere le braccia..Saranno figli assolutamente privi di capacità di adattamento ed accettazione delle sconfitte, convinti che tutto sia sempre loro dovuto. O quasi.
In Francia invece è importante il cadre, le regole, il ritmo, il rispetto.
Non significa che sono dei dittatori privi di sentimenti per i figli. Sono al massimo meno d'accordo sull'allattare massimo fino a 3 mesi (a mio dire è meglio più possibile), ma per il resto sono molto precisi. Analizzare i ritmi del bambino e capire quando ha bisogno di qualcosa e che tipo di pianto è prima di prenderlo in braccio al primi vagito assicurandosi notti insonni come invece paiono fare americani ed italiani.
Da subito si applica una linea di massima con poche regole ma non trattabili al cui interno c'è la massima libertà. Per tutto.
I bambini francesi prima di dire grazie e prego devono assolutamente conoscere e dire buongiorno ed arrivederci. Poi possono tornare ai loro giochi.
Sono poi invitati all'autonomia, anche a fare vacanze da nonni e con altri bimbi a 5 anni, chiaramente sorvegliati.
Il risultato è genitori soddisfatti, felici e con bambini ben educati e sicuri di se perchè non cresciuti allo sbando.
Sicuramente i bambini francesi non sono santi ma sanno chi è l'autorità in casa ovvero qualcuno che tiene a loro e li guida e li redarguisce (punire raramente è significa aver fatto cose davvero gravi) in caso sgarrino o perdano la via. La massima dei bambini non è "fai il bravo" ma "sii saggio". C'è differenza.
Vedrete più facilmente questo, in Francia, anche al ristorante

L'autrice si concentra su genitori di classe media e medio-alta ma almeno per quanto riguarda Parigi anche la classe meno abbiente si modula così. E penso che senza la classe operaia i nidi in Francia non esisterebbero ne sarebbero cosi buoni. Nel libro c'è un paragrafo dedicato alla loro nascita.
Forse ho dei dubbi per la banlieue (periferia). Qualche anno fa ho visto un film sui ragazzi della
periferia. Bè..Dei piccoli delinquenti!!! Proprio perchè fuori Parigi si ha poco interesse per loro ed è un mix di stranieri e condizioni disagiate per tutti. Insegnare è un vero atto di coraggio da quelle parti. Gli aiuti sociali sono pochi e le famiglie assolutamente demotivate o scoraggiate a dare linee guide in una realtà grigia. I ragazzi vengono su come capita... Poi quello è un film, ma un film documentario e credo non sia troppo diverso dal vero.
La Francia, a Parigi, è un ottimo concetrato di educazione familiare che fuori si allenta un poco ma resta in linea con i criteri base. Eccetto, appunto alcune realtà decentrate, penalizzate in ogni società.

5 commenti:

  1. Sicuramente non il mio genere, ma ho letto la tua recensione e sembrerebbe un buon libro che fa riflettere e con molti spunti!

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    1. Sicuramente è questo l'obiettivo del libro!!!!

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  2. ho visto l'aggiornamento dal cellulare e non vedevo l'ora di tornare a casa per leggere il post. Anch'io sull'allattamento (se si può)3 mesi sono pochi.
    e concordo che i figli vanno educati alla sconfitta come alla vittoria, ci vuole polso e amore...proprio perchè li si ama bisogna educarli al meglio, perchè possano affrontare la vita nel migliore dei modi

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    1. Diciamo che sono consigliato almeno sei e più, fin quando possibile e gratificante perchè aiuti tuoi figlio ad essere più resistente ad allergie, malattie, se unito a futura alimentazione corretta lo aiuti a prevenire obesità, diabete e malattie cardio-circolatorie. Credo la loro sia solo fissa di tornare in forma ed a lavoro. Anche se a me l'allattamento ha fatto bruciare tantissimo contro ogni diceria!
      Vallo a spiegare tu ai genitori italiani..Credo tu ne sappia qualcosa...

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  3. E' la prima volta che leggo il tuo blog, magari mi sbaglio, ma, per essere una "bookaholic", questa recensione è piuttosto sgrammaticata qua e là.

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