25/01/17

Recensione di Il canto di Penelope - Il mito del ritorno di Odisseo di Margaret Atwood

Trama: Dall'Ade, dove può finalmente dire la verità senza temere la vendetta degli dèi, Penelope, moglie di Ulisse, racconta la sua storia. Figlia di una ninfa e del re di Sparta, da bambina rischia di essere affogata dal padre, turbato da una profezia. Sposa di Ulisse, subisce le angherie dei suoceri, vede scoppiare la guerra di Troia a causa della sciocca cugina Elena, e dopo anni di solitudine deve respingere l'assalto dei Proci. Al ritorno di Ulisse assiste angosciata alla vendetta che colpisce le ancelle infedeli e perciò impiccate; e la morte di quelle fanciulle che le erano amiche la perseguita anche nell'Ade. Il romanzo riscrive il mito greco attingendo a versioni diverse da quelle confluite nell'Odissea, secondo un punto di vista femminile.


Il canto di Penelope - Il ritorno di Odisseo è una bellissima reinterpretazione del mito di Margaret Atwood.
Penelope è finalmente morta e ora può dire la verità.
E' vero che dovette sposarsi con Odisseo, che questi partì per la guerra di Troia, che ci mise anni a tornare a casa, che Penelope venne assediata dai pretendenti e che si inventò ogni stratagemma per non sposare nessuno di loro.
Nessuno però pone attenzione alle voci delle dodici ancelle di Penelope che vennero giustiziate quando Odisseo tornò e vennero punite perchè di cattivo esempio. Nel libro viene giustificato così: nessuno sapeva che facevano il doppio gioco per la padrona. Le ragazze però sono una forza. Sono pochi capitoli, ma dove tutte parlano e rinfacciano quanto loro accaduto. C'è addirittura una scena in tribunale con Odisseo, le ragazze, l'invocazione delle furie, giudice ed avvocato dei tempi nostri....
Penelope invece si dipinge come una ragazza semplice, che non vedeva l'ora di contrarre matrimonio per fuggire dal padre che non si è fatto troppo amare cercando anni prima di ucciderla (ironico poi che cerchi di fermarla e non farla sposare!). E' fedele, arguta, astuta. L'opposto della splendente Elena per cui nasce quel macello di guerra. Anche se lei dice di essere fedele, ma fa intendere qualcosa di latente. Le ancelle parlavano male di tutti su suo ordine, ma anche li sento e intendo che Penelope non fosse prorpio un angelo.  Fedele si, ma con delle cadute ogni tanto.
Odisseo invece ci viene mostrato come il solito buon tempone, affascinante anche se non bello, di lingua lunga, affabulatore. Insomma, uno da cui è meglio star lontane!
E' un libricino simpatico e divertente, dalla struttura lineare. Impossibile far confusione negli avvenimenti. Se poi si conoscono bene i miti il gioco è fatto!

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